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Sci, Sofia Goggia ringrazia i medici: "Frattura veramente brutta". Brignone ammette: "Calendari da ripensare"

Sofia Goggia ha voluto ringraziare pubblicamente l'equipe medica che l'ha presa in cura. Rabbia Brignone: le cancellazione dei SuperG in Val di Fassa inducono una riflessione

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Roberto Barbacci

Roberto Barbacci

Giornalista

Giornalista (pubblicista) sportivo a tutto campo, è il tuttologo di Virgilio Sport. Provate a chiedergli di boxe, di scherma, di volley o di curling: ve ne farà innamorare

La degenza prosegue a ritmo serrato, ma Sofia Goggia ha voglia di aprirsi col mondo. Perché per lei quelle 4 mura di casa sembrano sempre tanto anguste, benché il giardino fuori sia spazioso e la compagnia del cane Belle in qualche modo aiuti a superare il momento. Chissà cosa deve aver pensato dopo aver assistito all’inopinata doppia cancellazione delle gare a Passo San Pellegrino (non nevicava da settimana in Val di Fassa: dover rinunciare agli appuntamenti su “La VolatA” ha rappresentato davvero uno shock per gli organizzatori), seppur costretta a fare i conti con la cicatrice che le ricorda che la tibia destra necessita ancora di molte cure prima di riconsegnarla all’attività.

Il grazie di Sofia ai medici che l’hanno operata

Sofia sta vivendo un periodo particolare, ma ha voluto comunque ringraziare una volta di più coloro che le sono stati vicini in queste settimane di ansia, dispiacere e dolore. A cominciare dai tantissimi tifosi che cercano di tirarle su il morale in ogni forma e in ogni modo, con i quali il filo non si è mai spezzato. Ma parole di vivo ringraziamento ed eterna gratitudine la campionessa di Bergamo Alta le ha rivolte anche e soprattutto all’equipe medica che l’ha avuta in cura subito dopo l’infortunio rimediato tre settimane fa sulle nevi di Ponte di Legno.

“I medici e tutto lo staff della Clinica Madonnina e del gruppo San Donato sono stati eccezionali. Mi hanno spiegato che l’intervento non sarebbe potuto andare meglio, ma anche che le premesse non erano delle più semplici, perché la frattura era veramente brutta. Eppure tutto è andato per il meglio e ritengo essere questo un bellissimo punto di partenza per il mio recupero. Voglio ringraziare il professor Accetta che ha guidato l’intervento assieme al nostro medico di riferimento Panzeri. Sono molto contenta della riuscita dell’operazione, e per questo ci tengo a dire a tutti “avanti con fiducia”.

Coppa del Mondo, uno stillicidio di cancellazioni

Tornando al calendario di Coppa del Mondo, le due gare annullate in Val di Fassa hanno minato molte delle ambizioni di rimonta nella coppa di specialità di supergigante di Federica Brignone, in ritardo di 34 punti sulla leader Lara Gut-Behrami (e 29 su Cornelia Huetter). La valdostana confidava proprio nelle due gare su “La VolatA” per riuscire a recuperare un po’ del gap, presentandosi poi agli ultimi due appuntamenti di Kvitfjell e Saalbach con rinnovate chance di dare l’assalto alla coppetta.

Un proposito che rischia di scontrarsi con la consapevolezza di non avere più molte opportunità per sferrare l’assalto alle rivali, al punto che in un’intervista esclusiva rilasciata a Tina Maze per i canali Eurosport la fuoriclasse azzurra non ha nascosto il suo disappunto per la decisione della FIS di non rimpiazzare almeno una delle due gare cancellate.

Brignone esorta la FIS a ripensare il calendario

Brignone ha provato ad andare oltre, spiegando che ormai quella dell’armonizzazione dei calendari è divenuta una questione troppo impellente all’interno del circo bianco. “Quest’anno ci siamo trovati in una situazione davvero svantaggiata, e parlo come atleti. Perché la scorsa estate abbiamo potuto sciare poco, e soprattutto a novembre non ne abbiamo avuta la benché minima possibilità, essendoci troppa poca neve sulle Alpi. Adesso lamentiamo il problema opposto: siamo a fine febbraio e ci sono state cancellazioni per troppa neve.

È evidente che il mondo attorno a noi sta cambiando, in modo particolare il clima, e bisogna cercare di adattarci a questa situazione. Il problema per noi atlete è che non riusciamo più ad allenarci. Io personalmente, poi, soffro la neve artificiale: non riesco a trovare il giusto feeling e questo compromette anche certi standard di sicurezza”.

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