Le vacanze, prima di tutto. Jannik Sinner se le godrà di buon gusto, con la toccata e fuga a casa in Alto Adige (dove ha riposto la coppa conquistata a Wimbledon: non è l’originale detenuta all’All England Club Lawn Tennis and Croquet, ma una copia in scala 3/4) prima di ripartire verso Montecarlo. Per i prossimi appuntamenti, però, non c’è molto tempo: Sinner tornerà in campo a Toronto, e la missione della stagione sul cemento nordamericano è quella di non perdere troppi punti nel ranking.
- La “meglio” stagione di Jannik (così dice la storia)
- Le “cambiali” americane: Sinner senza margini di errore
- In Asia e alle Finals la resa dei conti
La “meglio” stagione di Jannik (così dice la storia)
Perché dopo il trionfo a Wimbledon, adesso per Jannik arriveranno diverse cambiali da saldare da qui a fine stagione. Non è una grossa notizia: dal 2022 in poi, la stagione nella quale s’è rivelato in tutta la sua grandezza al pubblico del tennis mondiale, Sinner le cose migliori le ha mostrate proprio da agosto in poi.
Addirittura nel 2023 arrivò a rinunciare alla chiamata del capitano di Davis Cup Filippo Volandri (presente a Wimbledon domenica scorsa nel box del giocatore altoatesino) pur di concentrarsi sul programma di tornei di fine stagione, criticato per la scelta sulle prime per poi essere “perdonato e redento” dopo le vittorie di Pechino, Vienna e della Davis (in mezzo anche la finale persa contro Djokovic alle Nitto ATP Finals).
Un passaggio chiave per avvicinare la vetta del ranking, poi conquistata pochi mesi dopo (per la precisione a giugno) e brillantemente confermata grazie agli ottimi risultati ottenuti nell’ultima parte del 2024.
Le “cambiali” americane: Sinner senza margini di errore
Wimbledon ha rafforzato la leadership di Sinner nell’Olimpo del tennis attuale, ma adesso diventerà fondamentalmente tenere un rendimento altissimo per garantirsi ancora il trono per tante settimane. E appunto da agosto cominciano le “cambiali”, cioè quei tornei dove i punti da difendere sono tanti, e di conseguenza qualche uscita anticipata potrebbe rivelarsi particolarmente complicata poi da compensare.
A Toronto, dove Sinner farà il suo debutto sul cemento (da dove non gioca da fine gennaio, quando conquistò gli Australian Open), la situazione paradossalmente potrà avvantaggiarlo: lo scorso anno perse ai quarti contro Rublev, pertanto i punti da difendere saranno “appena” 200, con la prospettiva di poter incrementare ulteriormente il vantaggio su chi insegue.
Poi però si cambia musica: a Cincinnati e Flushing Meadows non saranno ammessi errori, perché il bottino di 3.000 punti avrà un peso specifico importante, tenuto conto con Alcaraz lo scorso anno ne conquistò la miseria di un centinaio (fuori al debutto a Cincinnati, fuori al secondo turno agli US Open). A conti fatti, la “trappola” maggiore è rappresentata proprio dai due tornei americani.
In Asia e alle Finals la resa dei conti
A settembre, dopo la Davis, si ripartirà in terra d’Asia, dove a Pechino lo scorso anno Sinner perse in finale contro Alcaraz (170 punti in meno conquistati), mentre a Shanghai centrò la vittoria. La vittoria alle ATP Finals è stata l’ultima perla di una stagione indimenticabile, ma rischia di rivelarsi a sua modo complessa da difendere quest’anno, visto che lo spagnolo a Torino vinse una sola partita (1.300 punti di differenza tra i due).
Insomma, con 3.430 punti da recuperare attualmente nel ranking, Alcaraz potrà sfruttare i pochi punti da difendere da agosto in poi (sono 5.020 in meno rispetto a Sinner!) per sferrare l’assalto alla vetta. E Sinner dovrà rasentare la perfezione (oltre che sperare in qualche passaggio a vuoto del rivale) per tenersi la vetta a fine anno per il secondo anno consecutivo.