In occasione della presentazione di un docufilm dedicato alla sua carriera, Sofia Goggia ha parlato del suo percorso ricco di successi, rivelando come l’oro di Pyeongchang 2018 l’abbia completamente cambiata nell’approccio fisico e mentale alle gare di sci alpino.
Sci, Sofia Goggia: “A Cortina emozioni contrastanti”
La campionessa bergamasca ha spiegato come a Cortina d’Ampezzo abbia provato dei sentimenti completamente opposti, dalla gioia della vittoria alla tristezza per un infortunio che laa avrebbe potuto portare ad una mancata partecipazione alle Olimpiadi del 2022: “Cortina è stato un weekend in cui ho toccato entrambi i picchi, la vittoria e il baratro. Ricordo il vento assurdo e gli errori madornali della discesa, ma la luce verde al traguardo fu la cosa più bella, davanti a tutti i miei fan. Il giorno dopo in superG, invece, la caduta. Ho rifiutato il toboga perché volevo arrivare in fondo sulle mie gambe, ma non c’era la testa. Mi sono tolta gli scarponi e ho iniziato a tremare. Il dolore che provi tu per te stesso lo puoi sopportare, ma vedere le persone con quegli occhi tristi ti fa crollare, non lo sopporto. È quasi patologico. È più il dolore emotivo con cui faccio fatica a convivere. Però credo che vada abbracciato”.
Sci, Sofia Goggia: “Sono ambiziosa ma sensibile”
La medaglia d’argento di Pechino, inoltre, si definisce “ambiziosa, cocciuta e razionale, ma anche sensibile. Per lungo tempo ho fatto i conti con le mie paure e il mio senso di inadeguatezza. Ma ora è diverso, sto attraversando una fase in cui sono totalmente innamorata della mia vita. Lo sci è gioia, è il riflesso del mio carattere, sono le conquiste che ancora mi mancano, è il gioco più bello del mondo e lo vivo con quello spirito fanciullesco di bambina che mi ha fatto innamorare di questo sport. Mi sono ricollegata a quella parte di me che mi ha fatto iniziare. Spero davvero di aver superato le ‘goggiate’, senza certe pazzie avrei vinto di più”.
Sci, Sofia Goggia: “Pechino gara della mia svolta”
Infine, Sofia Goggia torna inoltre sulla gara olimpica del 2022: “L’impresa di Pechino è stata molto difficile perché l’Olimpiade capita ogni 4 anni e tu ci devi essere. Può sancire la bellezza di una carriera o lasciarti nella mediocrità. Io credo di aver vinto l’argento e non perso l’oro, per il valore che rappresenta il percorso fatto per arrivarci. In quei 16 centesimi di gap dalla Suter c’è la fame che alimenterà il prossimo quadriennio”, conclude.