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Scommesse, Gravina difende Tonali e Fagioli e replica a Salvini su dimissioni, Euro 2032 e doping

Nessuna intenzione di dimettersi per Gravina, che risponde punto per punto alle critiche ricevute e spiega le sentenze 'soft' per i protagonisti del caso sommesse.

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Rino Dazzo

Rino Dazzo

Giornalista

Se mai ci fosse modo di traslare il glossario del calcio in una nicchia di esperti, lui ne farebbe parte. Non si perde una svista arbitrale né gli umori social del mondo delle curve

Gabriele Gravina non lascia. Anzi, va al contrattacco. In occasione del premio Beppe Viola, il presidente della FIGC ha replicato a muso duro alle critiche ricevute dal mondo della politica. Qualcuno, dalla Lega di Salvini a Fratelli d’Italia, ha chiesto a viva voce le sue dimissioni e il commissariamento della Federcalcio, alla luce delle ultime vicende di cronaca: il caso scommesse, la positività di Pogba, i diritti tv del campionato non ancora assegnati, Euro 2032 con gli stadi da costruire senza un centesimo, la stessa Nazionale che rischia di non qualificarsi neppure a Euro 2024. Per Gravina, ovviamente, le responsabilità non sono sue.

Dimissioni e responsabilità? Gravina risponde agli attacchi

Un fiume in piena il boss della FIGC e non è certo una novità:

“Ho visto un po’ di approssimazione in alcune affermazioni. Il movimento sportivo rivendica il principio del rispetto dell’autonomia, che implica al suo interno un altro principio, quello della democrazia. Bisogna sapere bene le cose. Ho sentito parlare di responsabilità per le scommesse: se nel 2020 non avessimo inserito le sanzioni per chi gioca oggi non avremmo alcuna squalifica per questi ragazzi. Il doping? Un caso, uno, che abbiamo individuato. I diritti tv? Non competono a noi, ma alla Lega. Euro 2032? È stato il governo a comunicarci che non c’è un euro per le infrastrutture e la FIGC non è un’azienda di costruzioni che realizza stadi”.

Scommesse: “Tonali e Fagioli non diventino carne da macello”

Ancor più articolato il discorso di Gravina sul trattamento da riservare ai giovani protagonisti della vicenda scommesse. Il presidente della FIGC è al fianco di Fagioli e Tonali:

“Parliamo di due soli casi e ci vuole attenzione su questo tema. Ho come la sensazione che stiamo giocando sulla pelle di ragazzi molto giovani e ho il dovere, da padre e da nonno, di difendere la dignità di tanti ragazzi italiani che in questo momento stanno diventando carne da macello a livello di comunicazione. Dobbiamo tutelare l’integrità morale, accompagnare questi giovani nel loro processo di crescita. Per questo le nostre sanzioni sulle scommesse prevedono l’opportunità di un recupero, questi ragazzi non li abbandoneremo mai”.

Gravina e l’Italia a rischio qualificazione a Euro 2024

Dulcis in fundo, si fa per dire, i guai del campo, quelli più prettamente sportivi. L’Italia, dopo due Mondiali, rischia di mancare anche l’appuntamento con gli Europei a 24 squadre del prossimo anno in Germania:

“A Wembley con l’Inghilterra abbiamo giocato un’ottima gara, questa Italia mi piace molto. La differenza l’hanno fatta alcuni campioni, noi però siamo una squadra. Peccato per le occasioni fallite nel primo tempo. La mancanza di una reale valorizzazione dei giovani ci penalizza, su questo continuiamo a lavorare collaborando con le società. Sono comunque convinto che questo percorso ci porterà a Euro 2024 e poi vedrete che in quell’occasione saranno in tanti a salire sul nostro carro”.

E a proposito di Euro 2024, ecco cosa occorre agli Azzurri per qualificarsi.

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