Mantenere un pizzico di romanticismo nel calcio è una delle ragioni principale dell’incredibile fallimento del progetto Superlega neanche 48 ore il suo annuncio. La fine delle speranze delle “medio piccole” di poter arrivare a competere su palcoscenici importanti ha dato il via ad una vera e propria sommossa popolare, che ha coinvolto tifosi, giocatori e tecnici di tutta Europa.
Il caso Atalanta, citato ad esempio positivo dalla UEFA, è uno dei più emblematici di una squadra non così blasonata che, però, tramite lavoro e competenza, è stata in gradi di giocare ad armi pari con la corazzata PSG nella scorsa stagione, e tenere testa al Real Madrid quest’anno.
Prima della trasferta domani contro la Roma, in conferenza stampa il tecnico della Dea Gian Piero Gasperini e l’AD del club Luca Percassi sono tornati a parlare del marasma successo in queste ore nel mondo del pallone.
Per primo ha iniziato Percassi:
“La SuperLeague è sbagliata nei principi, ma Juve, Inter e Milan devono restare. Questa è un’occasione utile, con uno scossone simile dobbiamo raccogliere delle opportunità. Errare è umano, ma se ne stanno rendendo conto. Il calcio va dalla piccola alla media realtà e tutti quanti meritano rispetto. Secondo me non lo farà. È una domanda particolare, all’interno di un percorso ognuno è libero di comportarsi come crede. Non posso giudicare ciò che un presidente fa. C’è bisogno di tutti e dell’esperienza di tutti, basta […] Le recenti parole del presidente Uefa Ceferin certificano il lavoro della nostra società. Abbiamo bisogno di club come l’Atalanta, tutti hanno l’occasione di vincere. Il calcio deve essere imprevedibile, è ciò che lo rende meraviglioso. L’Atalanta ritiene di sostenere la meritocrazia. Abbiamo atteso qualche ora prima di esprimerci. Sono state scritte delle falsità: Milan, Inter e Juve sono società importanti, devono assolutamente far parte della Serie A”.
A fargli eco il tecnico Gasperini, che sostiene esattamente le stesse posizioni del dirigente:
“Se devo dire la verità non avevo mai sentito parlare così tanto di merito, è venuto fuori tutto dopo. Ho sempre sentito della necessità di raggiungere degli obiettivi, era fondamentale dal punto di vista economico salvare i bilanci. Quello che mi posso augurare è che da tutta questa roba si possa permettere ad altre realtà di fare come l’Atalanta […] All’inizio sono stato un po’ sbarellato, come molti altri. Basta pensare alle reazioni, ad esempio dei giocatori del Liverpool o dei tifosi del Chelsea. O alle parole di De Zerbi. Le reazioni sono state travolgenti, ma oggi c’è il campionato. La Roma ha preso una posizione molto dura. Per fortuna poi c’è il calcio giocato, per noi è affine alla nostra vita e alle nostre abitudini. Continuiamo a giocare, ci siamo interrogati se il campionato sarebbe finito lì o meno”.