I paragoni tra arte e calcio si sono sprecati nel corso degli anni. I due più famosi sono senza dubbio quelli dell’indimenticato avvocato Gianni Angelli, che un giorno di tanti anni fa paragonò Roberto Baggio a Raffaello e Alex Del Piero a Pinturicchio, soprannome che gli rimase cucito addosso per tutta la carriera .
In una bella intervista della Gazzetta dello Sport, anche Fabio Quagliarella viene paragonato ad un artista. L’artista del gol:
“Io un artista del gol? Paragone che ci può stare. L’unica differenza rispetto ad un pittore, è che io non mi ispiro a qualcosa o a qualcuno, ma è vero che leggo in anticipo certe situazioni. Vivo per questo, il gesto tecnico di un attaccante è un concentrato di istinto, balistica, coordinazione, dinamica, forza e soprattutto fortuna. Ma se certi gol sono una costante, allora puoi dire di avere qualcosa di innato. Ho sempre segnato certe reti. Da piccolo facevo le rovesciate sull’asfalto o tiravo dalla lunga distanza”.
Ma quali sono le doti che un attaccante deve avere per essere considerato tra i migliori, e soprattutto per fare certi tipi di gol spettacolari? Questa l’opinione dell’ex Juve e Napoli:
“Alcuni gesti si possono allenare. Io, per esempio, lavoro sul piede sinistro. Non puoi perdere un’occasione da gol perché devi passare sull’altro piede. Poi puoi allenare la coordinazione. In campo talvolta ci sono l’ansia del risultato, i tifosi. Ti dicono: “Gioca semplice”: Ma io di questo me ne sono sempre sbattuto. Mai ho pensato: “Se la tiro in curva?”. Se non ci provo, non posso saperlo. Vi racconto un episodio: ero nella Juventus, e una volta dalla panchina ho visto arrivare la palla a centrocampo. A un compagno ho urlato d’istinto: “Calcia in porta”. E gli altri seduti vicini a me: “Vedi, noi non l’avremmo neppure mai pensato”. Quando parlo con Cassano, gli dico: “Tu vedevi delle cose in campo che altri non avrebbero compreso”.
Nel corso dell’intervista vengono a galla anche ricordi di gol stupendi, come quelli realizzati da metà campo e di tacco che, nel corso della carriera di Fabio, sono stati davvero tanti:
“Ne ricordo uno a Paternò… Un amico di recente mi ha mandato un link con tutte le reti di quell’anno e sono andato a rivederle, provando a correggere mentalmente certi errori dell’epoca. Su Facebook ho letto poi uno scambio di messaggi fra vecchi compagni e altri utenti che commentavano i miei gol: “Voi vedete i suoi colpi in A, ma non immaginate come segnava in allenamento”. Vorrei avere le riprese video a Bogliasco per filmare le nostre sedute”.
Infine un commento sulle tattiche di gioco che permettono agli attaccanti di esprimere la loro creatività al meglio:
“Un po’ di libertà all’attaccante va concessa. Di Recente guardavo dei gol in tv con Tonelli e lui mi dice: “Da parecchio non segni così”. Ma se non ti arriva un certo tipo di pallone non puoi farlo. Palla sporca? Non preoccupatevi: poi me la vedo io”.