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Sinner, il caso doping nella causa del sindacato di Djokovic: attacco spietato a Jannik. La replica dell’ATP è durissima

L’associazione fondata da Nole e da Pospisil attacca senza mezzi termini Sinner e la gestione del suo caso doping da parte dell’ITIA. Arriva la replica dell’ATP: “Dopo 5 anni la PTPA è ancora irrilevante”

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Gerry Capasso

Gerry Capasso

Giornalista

Per lui gli sport americani non hanno segreti: basket, football, baseball e la capacità innata di trovare la notizia dove altri non vedono granché

Una situazione che rischia di essere esplosiva quella che ha creato oggi la PTPA. L’organizzazione sindacale creata da Novak Djokovic e Vasek Pospisil ha citato in giudizio tutte le principali sigle del mondo del tennis (lasciando fuori solo gli slam) nel tentativo di portare più potere possibile nelle mani dei giocatori. E in mezzo finisce nuovamente il caso doping che ha riguardato Sinner.

Il passaggio sul caso doping di Sinner

Il caso doping di Sinner fa la sua comparsa anche nella causa presentata dalla PTPA presso la corte di New York. Ancora una volta, anche se non scritto a chiare lettere, si parla di un trattamento di favore ai danni dell’azzurro. Nella causa presentata dal sindacato che fa capo a Djokovic si legge: “La ITIA ha provato nell’agosto 2024 di avere un approccio arbitrario e selettivo. In quel mese ha annunciato che Sinner, numero 1 al mondo, è stato trovato per due volte positivo a uno steroide anabolizzante proibito“.

L’attacco diventa sempre più duro: “A differenza di quanto fatto per altri giocatori, ha accettato la spiegazione di Sinner che il suo fisioterapista gli ha applicato in maniera accidentale la sostanza durante un trattamento. L’Itia ha chiuso il caso con “no fault no negligence” per Sinner permettendogli di giocare e vincere gli US Open. Non c’è stata un’indagine che si è trascinata per oltre un anno su un giocatore importante che non ha mai parlato contro il “cartello”.

La dura replica dell’ATP

Non si è fatta attendere la replica dell’ATP chiamata in giudizio dalla PTPA: “Rimaniamo concentrati nel portare le riforme che possono portare beneficio a i giocatori a tutti i livelli mentre la PTPA ha scelto costantemente la divisione e la distrazione attraverso la disinformazione al posto del progresso. A distanza di cinque anni dalla sua creazione, la PTPA ha fallito nel tentativo di stabilire un ruolo significativo nel mondo del tennis, e la decisione di presentare una causa non è sorprendente. Respingiamo fortemente le affermazioni della PTPA, convinti che il caso non ha nessun merito e difendiamo la nostra posizione”.

Djokovic non è tra i firmatari: il motivo

A sollevare ulteriore polemica dopo la presentazione della causa, c’è stata anche l’assenza del nome di Novak Djokovic tra i firmatari (dove invece figura Kyrgios). Secondo quanto scritto da The Athletic, il serbo avrebbe ragionato a lungo sulla possibilità di inserire il suo nome ma alla fine avrebbe deciso di terreno fuori per concentrare maggiormente l’attenzione sui giocatori come collettivo piuttosto che far diventare il caso come una battaglia tra uno dei più grandi tennisti dell’era moderna contro le organizzazioni che controllano il suo sport.

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