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Djokovic fa paura, travolge il "cattivo" Moutet e svela il suo segreto: "Ecco perché vinco ancora"

Nole in scioltezza al terzo turno del Roland Garros, nonostante il gran tifo per il francese: "Sono riuscito a rimanere calmo, a Ginevra la svolta dopo un periodo difficile".

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Rino Dazzo

Rino Dazzo

Giornalista

Se mai ci fosse modo di traslare il glossario del calcio in una nicchia di esperti, lui ne farebbe parte. Non si perde una svista arbitrale né gli umori social del mondo delle curve

Novak Djokovic comincia a far paura. Dopo il successo a Ginevra, dove ha portato a casa il titolo numero 100 della sua straordinaria carriera, il campione serbo è approdato in scioltezza al terzo turno del Roland Garros. Dopo la perentoria vittoria all’esordio su Mackenzie McDonald, Nole ha concesso il bis al cospetto di un temuto spauracchio, soprattutto a Parigi: Corentin Moutet, il “cattivo” del tennis francese e più in generale del circuito. Ordinaria amministrazione per Novak, che in quanto a cattiveria agonistica non è secondo a nessuno: altro successo in tre set, con la qualificazione ottenuta senza troppi affanni.

Roland Garros, Djokovic supera Moutet

Più forte Djokovic anche del tifo del pubblico parigino per il proprio beniamino, che – come prevedibile – ha provato a buttarla in gazzarra, o se si preferisce in “caciara” (non una novità), in alcuni frangenti. Tutto inutile, perché Nole ha mantenuto i nervi saldi e ha evitato di rispondere anche alle provocazioni di qualche isolato spettatore. Per il serbo una prestazione di grande spessore, soprattutto in avvio: 6-3 nel primo set, 6-2 nel secondo. Nel terzo Moutet è riuscito a strappargli il servizio ed è scappato via fino al 2-4, poi però s’è inceppato da solo. Il set e il match si sono decisi al tie-break, che non ha avuto storia: 7-1 per Djokovic.

Nole e il tifo contro del pubblico francese

Al termine del match Novak, da consumato marpione, ha parlato in francese al centro del campo, elogiando il suo avversario e persino il pubblico: “Dovevo essere concentrato per un match del genere, Moutet è un avversario validissimo. È stata una battaglia, ha avuto anche un setpoint nel terzo set, ha giocato un buon tennis in quel frangente. Io in generale ho giocato bene, cercando di rimanere calmo. Se mi ha dato fastidio il tifo del pubblico per il mio avversario? Assolutamente no, è normale che sia così quando si gioca contro un francese”. Più o meno le stesse parole di circostanza utilizzate da Sinner dopo la vittoria su Rinderknech, insomma: niente di nuovo sotto il sole.

Il segreto di Djokovic e le parole dolci per Nadal

Più interessanti le riflessioni di Djokovic a proposito della sua forma ritrovata: “È difficile avere fiducia quando non vinci, Ginevra è arrivata al momento giusto, avevo la mia famiglia con me e ho avvertito buone sensazioni in campo e fuori. Il mio segreto? Tutti me lo chiedono, ma non c’è una sola cosa, è una combinazione che si è sviluppata ed è evoluta durante la carriera. Penso sia veramente importante trovare la motivazione giusta, è nella storia di questo sport. Ma anche giocare con energia positiva, che ho ad esempio quando la mia famiglia mi segue. I miei affetti mi danno forza, mi danno spinta”. Finale su Nadal: “Quando Rafa ha smesso una parte di me se n’è andata con lui. Non pensavo sarebbe successo”.

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