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Sinner e quella domanda "trabocchetto" sui due dello staff "arrabbiati": l'equivoco, l'imbarazzo e la risposta... culinaria

Il n.1 protagonista di un curioso siparietto durante un allenamento "microfonato" sul centrale: una domanda sullo staff lo ha mandato in tilt

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Roberto Barbacci

Roberto Barbacci

Giornalista

Giornalista (pubblicista) sportivo a tutto campo, è il tuttologo di Virgilio Sport. Provate a chiedergli di boxe, di scherma, di volley o di curling: ve ne farà innamorare

A Wimbledon se ne sono inventata un’altra delle loro, alla faccia del “tradizionalismo imperante” che aleggia sui Championships: mettere un microfono ad alcuni tennisti durante una sessione di allenamento e sfruttare quel tempo per rivolgere loro qualche domanda, come se fosse una normale intervista, ma fatta… sotto sforzo. E Jannik Sinner e Daniil Medvedev sono stati (loro malgrado) i primi tennisti scelti a fare da cavie per il nuovo format. A intervistarli è stato Jamie Delgado, coach di Grigor Dimitrov, a sua volta presente a bordo campo. E l’esito del “colloquio” è stato a tratti anche un po’ esilarante.

L’allenamento sul centrale, ma… microfonati

Il tutto è andato in scena sul centrale di Wimbledon, dove Sinner si trovava per una sessione di allenamento (molto blanda, per la verità) con il rivale russo. A loro due, oltre che ad Alcaraz e Djokovic, è stato riservato l’onore di poter dare una sbirciata e anche provare il campo da gioco alla vigilia del torneo, con lo spagnolo che ha ammesso di sentirsi quasi in colpa nel doverlo “pestare” quando scoccherà l’ora di inaugurarlo nella giornata di lunedì (al vincitore dell’edizione precedente viene riservato l’onore di aprire il programma sul centrale).

Ma l’attenzione dell’intervistatore s’è concentrata soprattutto su Sinner, che a un certo punto s’è sentito quasi in imbarazzo nel dover rispondere a una precisa domanda che gli è stata rivolta da Delgado.

La domanda di Delgado e la reazione stupita di Sinner

“Ho saputo che un paio di uomini del tuo staff si sono arrabbiati molto con te”, ha detto il coach di Dimitrov. E sulle prime il volto di Sinner è sembrato corrucciato, quasi smarrito di fronte a quella domanda. Un po’ ha provato a camuffarlo con l’intensità degli scambi con Medvedev, ma è chiaro che in quel momento qualcosa non sembrava “tornare” nella mente dell’altoatesino. “Cosa?”, si domanda Jannik, quasi spaventato all’idea che quella domanda avesse un preciso bersaglio da colpire.

Ma è in quel momento che Sinner capisce di aver equivocato tutto. Delgado infatti aggiunge: “Ho saputo che si sono arrabbiati perché hai cucinato per loro. Cosa gli hai preparato? Pasta alla bolognese?”. L’arcano è presto svelato: la domanda era volutamente scherzosa, perché Sinner davvero s’era messo ai fornelli per preparare qualcosa per Vagnozzi e Cahill, ma a quel punto l’ironia ha preso il sopravvento.

“No, ho fatto una roba molto semplice. Ho preparato loro una omelette spagnola. Non credo che sia venuta poi tanto bene, ma di sicuro era commestibile e infatti l’abbiamo mangiata”. Delgado annuisce, poi chiede a Jannik perché abbia scelto l’omelette spagnola, anziché qualcosa di più semplice. “Sai com’è… a Simone piacciono sempre le cose speciali, quelle normali non fanno per lui”, risponde il numero uno del mondo, facendosi scappare un sorriso.

Missione Wimbledon: “Sento di essere migliorato sull’erba”

I più attenti, nell’osservare la reazione avuta da Sinner quando s’è sentito rivolgere quella domanda da Delgado, subito hanno collegato il tutto con la dipartita (guarda a caso) di due uomini dal suo staff. In realtà quando è stata fatta l’intervista non era ancora arrivato l’annuncio del divorzio da Panichi e Baido, ufficializzato soltanto in serata.

E magari davvero Jannik ha pensato che quella fosse una domanda “trabocchetto” e che facesse riferimento alla situazione che s’è venuta a creare nel suo team. Passata la “paura”, l’intervista è proseguita spostandosi su temi un po’ più seriosi, con chiari riferimenti alle prossime due settimane londinesi. “Sento di essere migliorato molto sull’erba. All’inizio venivo a giocare qui, ma non capivo come dovevo giocare. Col tempo ho guadagnato esperienza e adesso sento di essere sulla direzione giusta”.

Non è mancata una puntura di spillo sull’epilogo della finale del Roland Garros: “Chiaramente è stata una sconfitta dura per me, e quelli successivi sono stati giorni difficili. Però adesso la mia mente è concentrata solo su Wimbledon: anche sulla terra ho fatto grandi progressi, speriamo di dimostrare di poterne fare di ulteriori sull’erba”.

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