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Sinner, Goggia a gamba tesa sul doping: "Errore grave, ho rischiato grosso anch'io a Lake Louise"

La campionessa di sci prende posizione al fianco di Jannik e si chiede: "Lasciamo zaino e borracce in fondo alla pista, che succede se qualcuno ci mette qualcosa dentro?".

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Rino Dazzo

Rino Dazzo

Giornalista

Se mai ci fosse modo di traslare il glossario del calcio in una nicchia di esperti, lui ne farebbe parte. Non si perde una svista arbitrale né gli umori social del mondo delle curve

Vincere nonostante il pensiero ricorrente, l’assillo costante del processo per doping: ci sta riuscendo Jannik Sinner ed è forse il suo merito più grande. Perché quanto accaduto al rosso di San Candido è un vero e proprio incubo, in cui il campione di tennis s’è ritrovato suo malgrado. Lo sa bene Sofia Goggia, che in questo stesso incubo ha rischiato di finire intrappolata qualche anno fa. L’ha svelato ella stessa nel corso di un’intervista a Tuttosport.

Goggia e Sinner, il clamoroso retroscena di Lake Louise

È proprio Goggia a raccontare l’accaduto: “Una giovanissima Sofia Goggia a Lake Louise nel 2013 non ha corso perché aveva un gelone con un taglio sull’alluce e il dottore le aveva dato la trofodermina, la stessa pomata del caso di Jannik. Quando s’è reso conto che era nella lista delle sostanze proibite mi ha fermato. Certo, se è andata così la vicenda di Sinner, quello del fisioterapista è un errore grave. Poi questa cosa fa pensare”.

Doping, i dubbi della campionessa di sci sulla sicurezza

Sono tanti i dubbi della sciatrice, relativi alla sicurezza degli atleti. Che, a dirla tutta, sono né più né meno alla mercé di sconsiderati o malintenzionati. “Proprio ieri sera a cena ne parlavamo con le ragazze della squadra“, aggiunge la campionessa bergamasca di sci. “Noi facciamo massaggi quotidiani con gli stessi fisio, per non parlare del fatto che lasciamo lo zaino in fondo alla pista con le borracce e risaliamo al cancellato. Se passa uno e ti mette dentro qualcosa e tu bevi e poi risulti dopato?“.

L’infortunio, lo scoramento iniziale e la voglia di ripartire

Per il momento sono solo cattivi pensieri. Goggia ne ha avuti tanti dopo l’ultimo infortunio: “Quel giorno, quando sono caduta e ancora scivolavo per terra sulla neve, sapevo di non avere più il piede nello scarpone. È stato un po’ come morire, come se avessi per la prima volta un grave infortunio. Eppure ne ho avuti parecchi nella mia carriera, ma stavolta è stato pesante, sia fisicamente che mentalmente ed emotivamente. Nei primi mesi ho pensato di non potercela fare, adesso, sentendo bene anche il piede, ho voglia di sciare e riprovarci. Sì, la voglia di andare forte c’è sempre”.

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