L’invidia è una brutta bestia, ma stavolta Adriano Panatta sa perfettamente con chi prendersela: “Ai nostri tempi i montepremi erano decisamente più minimal rispetto a quelli di oggi. Sapete cosa vi dico? Ho sbagliato data di nascita”, ha simpaticamente risposto il vincitore del Roland Garros 1976 durante uno dei tanti interventi fatti alla Domenica Sportiva. Consapevole che se fosse nato una cinquantina d’anni dopo (lui che è classe 1950) il conto in banca avrebbe avuto tutto un altro sapore.
- I conti in tasca a Sinner: "Già sopra i 30 milioni di euro"
- Il torneo saudita: "Hanno vinto tutti, ma proprio tutti..."
- Il senso del torneo-esibizione di Riyadh
I conti in tasca a Sinner: “Già sopra i 30 milioni di euro”
Panatta ha parlato di Sinner e della recente partecipazione al Six Kings Slam, il torneo esibizione di Riyadh che ha prodotto un guadagno di poco inferiore ai 6 milioni di euro. “Sinner quest’anno ha già vinto 16 milioni di euro di montepremi con i risultati che ha ottenuto. È una cifra enorme, e in realtà bisogna tenere conto del fatto che andrebbe quanto meno raddoppiata, perché a quel valore vanno sommati i ricavi provenienti dagli sponsor. Che hanno una parte fissa e una legata ai risultati”.
“Ergo, Jannik quest’anno ha già intascato una cifra intorno ai 30 milioni di euro, che potrebbe arrivare a 40 milioni considerando gli ultimi appuntamenti stagionali”. Che vedranno il rosso di San Candido impegnato a Parigi-Bercy a inizio novembre (ultimo Masters 1000 della stagione) e poi nelle Nitto ATP Finals di Torino, con il gran finale atteso a Malaga per la difesa della Davis Cup.
Il torneo saudita: “Hanno vinto tutti, ma proprio tutti…”
Panatta non ha parlato solo di Sinner, perché tra le domande arrivate da studio ce n’è stata una che ha riguardato il regalo forse più kitsch dell’intero torneo saudita: la racchetta di tre chilogrammi d’oro (del valore di 250mila dollari) regalata dagli organizzatori a Rafa Nadal. “Anche a me regalarono una racchetta d’oro, ma dubito valesse così tanto… probabilmente era soltanto placcata. Va beh, che volete che vi dica? Penso che Rafa sia più contento di tutti i titoli che ha vinto e non so cosa se ne farà di quella racchetta…”.
Il senso del torneo-esibizione di Riyadh
A detta del tennista romano, però, il torneo di Riyadh ha avuto ragione d’esistere. “Quando metti tutti assieme i migliori giocatori al mondo è normale che viene fuori un bello spettacolo. Dopotutto non c’era nemmeno tutta questa ansia da prestazione: se vincevi bene, se perdevi anche al primo match disputato comunque ti portavi a casa un milione e mezzo d’euro e non dovevi neanche pensare alla classifica.
Insomma, ho visto settimane peggiori… e poi siamo tutti contenti perché Sinner ha giocato tre partite e le ha vinte tutte, contro la vecchia nemesi Medvedev, contro Djokovic e soprattutto contro Alcaraz. Hanno vinto tutti: organizzatori, giocatori e in qualche modo anche gli appassionati, che si sono goduti un bello spettacolo”. Peccato che ai tempi di Adriano questi tornei non esistevano: “Ripeto, ho sbagliato epoca…”.