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Sinner, l'Itia chiarisce sulla mancata sanzione a Naldi e torna sul caso Clostebol: "C'è stato un malinteso"

La direttrice dell'ITIA ha spiegato ancora una volta come per Sinner siano state seguite le regole, spiegando che la tanta attenzione mediatica e le critiche potrebbero essere dovute a un malinteso

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Matteo Morace

Matteo Morace

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Esattamente un anno fa iniziava l’incubo doping per Jannik Sinner, al quale erano state riscontrate tracce di clostebol nei test antidoping a cui si era sottoposto in occasione dell’edizione 2024 di Indian Wells, e oggi mercoledì 12 marzo sono uscite nuove dichiarazioni di Karen Moorhouse, direttrice dell’ITIA, che in un’intervista concessa ad AFP ha confermato il corretto trattamento del caso, affermando che a suo parere la grande attenzione mediatica attirata dal n°1 ATP sulla questione clostebol sia dovuta a un malinteso comunicativo.

Per l’ITIA c’è stato un malinteso nella comunicazione

Ad aver fatto storcere il naso a tanti tennisti e non solo riguardo il caso doping di Jannik Sinner non è stata tanto la sospensione di “soli” tre mesi, ma più che altro la gestione e la comunicazione riguardo il caso, con molti che sostengono il fatto che il n°1 al mondo abbia ottenuto un trattamento di favore grazie alla sua posizione centrale nel tennis odierno.

Accuse rispedite al mittente dalla direttrice dell’ITIA Karen Moorhouse, che ad AFP ha spiegato ancora una volta come le regole siano state regolarmente seguite e come tutta questa attenzione mediatica sia dovuta a un malinteso: “Si è erroneamente creduto che stessimo annunciando test positivi, quando in realtà stavamo annunciando sospensioni provvisorie. Sia nel caso di Sinner che in quello di Swiatek le regole sono state rispettate: i giocatori hanno presentato ricorso contro la sospensione provvisoria entro il termine di dieci giorni previsto dalle nostre normative e poiché il ricorso ha avuto successo, le sospensioni provvisorie non sono state rese pubbliche”.

Possibili cambiamenti nel regolamento dell’ITIA

A proposito delle regole delle agenzie antidoping si parla da ormai qualche mese dei possibili cambiamenti, cambiamenti che potrebbero riguardare anche il come e quando diffondere le notizie, magari per avere maggiore trasparenza e non rischiare di incorrere in un nuovo caso Sinner: “Alcuni sport, come l’atletica, decidono di annunciare immediatamente sospensioni provvisorie. Altri, soprattutto gli sport di squadra, non le annunciano mai. Il tennis per ora si è dato la regola dei dieci giorni, staremo a vedere, in futuro tale regola potrebbe anche cambiare”.

Il perché della mancata sanzione a Naldi e Ferrara

Un altro aspetto che è stato attaccato da molti è quello dei mancati provvedimenti nei confronti dello staff di Sinner, su tutti di Giacomo Naldi, colui che ha contaminato Jannik con un massaggio. Ma anche in questo caso è arrivato la spiegazione di Moorhouse: “Le nostre regole si basano sul Codice mondiale antidoping, che elenca diversi reati che possono essere commessi dall’entourage di un giocatore: medico, allenatore, agente… Ma la maggior parte dei reati in questione implicano un’intenzione di doparsi. Nel caso Sinner, secondo la consulenza legale che abbiamo ricevuto, non c’era alcuna giustificazione per perseguire penalmente nessun membro del suo entourage, perché mancava il presupposto, ovvero l’intenzionalità di assumere sostanze dopanti. Non c’è stata, insomma, alcuna violazione delle regole del programma antidoping del tennis, che si rifà al Codice mondiale antidoping”.

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