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Sinner, Natale a Sesto con papà Hanspeter e mamma Siglinde: "Sono i miei idoli, sapete cosa facevano per me?"

La quiete delle feste in famiglia prima delle tempeste Kyrgios, WADA e TAS: i retroscena di Jannik sui suoi genitori svelati nel corso dello speciale di Sky "Quattro amici ai box".

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Rino Dazzo

Rino Dazzo

Giornalista

Se mai ci fosse modo di traslare il glossario del calcio in una nicchia di esperti, lui ne farebbe parte. Non si perde una svista arbitrale né gli umori social del mondo delle curve

La quiete in famiglia, nella tranquillità dei luoghi della sua infanzia a Sesto Pusteria, prima delle tempeste Kyrgios, WADA e TAS. Dopo l’intenso periodo di preparazione al caldo di Dubai, in compagnia di Ulises Badio e dei suoi canti a cena, dei consigli di coach Darren Cahill e del lavoro di squadra con Marco Panichi e Simone Vagnozzi, Jannik Sinner s’è andato a tuffare nel freddo dell’Alto Adige. Clima rigido, riscaldato però dall’amore e dalla serenità che le figure più importanti della sua vita sono in grado di regalargli: papà Hanspeter, mamma Siglinde e il fratello Marc.

Il Natale di Jannik Sinner: a Sesto dai genitori

Jannik l’aveva detto: Natale l’avrebbe trascorso in famiglia. Per lui è l’unica festa che conta. Una ricorrenza speciale, da vivere nella casa dei suoi primi anni e insieme alle persone più importanti. Concetti ribaditi nel corso dello speciale di Sky “Quattro amici ai box” in cui Sinner, diventato nel frattempo testimonial per la F1, ha rivelato alcuni retroscena molto significativi sulle sue figure di riferimento. Proprio così: il rosso di San Candido, solitamente così schivo e riservato, s’è finalmente aperto raccontando dettagli e particolari sulla mamma e il papà, relativi soprattutto al periodo in cui era solo un ragazzino.

L’umiltà del numero 1: il segreto dei valori di Jannik

“Sono una persona molto semplice”, ha raccontato Sinner, confermando peraltro un’impressione piuttosto diffusa e consolidata. “Ho sempre cercato di trasmettere i valori che mi hanno dato i miei genitori verso altra gente. Sono forte in quello che faccio, il tennista, ma non sono una persona che cambia il mondo. È inutile non essere umili. L’umiltà credo sia molto importante perché vengo da una famiglia normalissima e da un paesino con duemila persone”.

Sinner, i sacrifici di papà Hanspeter e mamma Siglinde

Parole speciali, quelle di Jannik per papà e mamma. “Sono i miei punti di riferimento. Il mio papà lavorava tantissimo, andava via il mattino e tornava dopo di me a casa. Però arrivava ed era sempre felice di essere con la famiglia o di giocare a tennis con me, nonostante dopo dieci ore di lavoro capisco che potesse non avere voglia, ma lo faceva per amore. Mia mamma uguale. Tornava a casa e doveva mettere a posto gli appartamenti della casa vacanze e poi casa nostra. C’era tanto amore ma non ti accorgevi mai che per loro era stata una brutta giornata, li vedevi sempre felici. Poi magari avevano zero voglia di andare a lavorare, ma mi davano tanta energia positiva”.

L’altra figura importante per Sinner: l’amico Alex Vittur

Sono in tanti a “rimproverare” Jannik di essere un anti-divo: “Certo, mi piacerebbe conoscere Cristiano Ronaldo, LeBron e tanti altri campioni, ma una parte molto importante me l’hanno data i miei genitori”. E non solo: “Ho avuto la fortuna di incontrare a 13 anni una persona molto importante che è Alex (Vittur, storico amico e manager, ndr) e questa è stata la mia fortuna perché i miei genitori mi hanno detto ‘di tennis non ne capiamo nulla’ e quindi ci fidiamo di lui. È grazie a lui che ho fatto tutte le mie scelte e all’inizio le ha fatte un po’ più lui perché io avendo 13 anni non sapevo nemmeno cosa fosse le racchetta. Ora mi sento più maturo, prendiamo le scelte insieme, ci confrontiamo“.

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