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Roland Garros, per Sinner una sconfitta che i numeri faticano a spiegare. Ma da Parigi si torna col sorriso

La sconfitta contro Alcaraz brucerà per tanto tempo, ma la stagione sul rosso di Sinner si chiude con molti bei pensieri e una numero 1 che vale. E adesso fari puntati su Wimbledon

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Roberto Barbacci

Roberto Barbacci

Giornalista

Giornalista (pubblicista) sportivo a tutto campo, è il tuttologo di Virgilio Sport. Provate a chiedergli di boxe, di scherma, di volley o di curling: ve ne farà innamorare

I rimpianti ci sono tutti, perché mai come stavolta la sensazione è che la bilancia potesse pendere da una parte, come dall’altra. Ma la fine della corsa di Jannik Sinner al Roland Garros si spiega anche e soprattutto con un assunto piuttosto semplice: almeno sul rosso, Carlos Alcaraz dimostra di averne ancora di più. Anche se mai come stavolta il giovane murciano è sembrato vulnerabile, tanto da dover spesso e volentieri risalire la corrente e rischiare anche di andare fuori giri. Se è vero che dalle sconfitte c’è sempre da imparare, questa non farà eccezione. Ma come tante altre arrivate prima, anche questa farà un male cane.

I numeri dicono Jannik, ma in finale c’è andato Carlos

Sinner c’ha provato, spingendosi oltre i propri limiti. Non è riuscito però a limitare gli errori e soprattutto a contrastare lo strapotere fisico dello spagnolo, che nel finale di partita è venuto fuori con tutta la forza che aveva in corpo. Un Alcaraz metodico, anche più falloso e nervoso del solito, ma pur sempre capace di resettare e ripartire.

Anche se i numeri raccontano di una partita strana che più strana non avrebbe potuto essere: Sinner ha trovato più punti con la prima rispetto al rivale (74% contro 66%, mentre è pari la percentuale delle seconde con 46% a testa), e anzi ha ottenuto lo stesso numero di break di Carlitos (6 a testa, pur concedendo 4 palle break in più). Addirittura ha conquistato due punti in più (147 a 145), concesso meno errori gratuiti (44 contro 58), eppure ha finito con la benzina in riserva, nonostante negli ultimi game, quelli sul servizio dello spagnolo, lo abbia sempre portato ai vantaggi.

Lì però è mancata la zampata che tante altre volte gli aveva permesso di andare oltre la fatica, vedi a Melbourne contro Medvedev. I numeri, insomma, non raccontano tutta la verità, o almeno solo in parte. E alla fine i conti li ha fatti tornare quello dalla parte opposta della rete.

Sinner, macchina da slam: due set li porta sempre a casa…

Sinner saluta Parigi e la stagione sul rosso con la consapevolezza di aver dato fondo a tutte le energie di cui disponeva. Non poteva essere al 100% della forma, ma sicuramente a non funzionare, piuttosto che la tanto temuta anca, è stata un po’ di naturale stanchezza, oltre che la capacità di Alcaraz di impedirgli di fare il proprio gioco tanto a lungo.

È incredibile constatare come, da un anno a questa parte, Sinner riesca praticamente a portare i propri avversari sempre al limite: quella di oggi è la 24esima partita delle ultime 25 disputate a livello slam nelle quali ha conquistato almeno due set. Perché tutte le sconfitte ottenute (contro Altmaier al Roland Garros 2023, con Zverev agli US Open 2023 e quella odierna contro Alcaraz) sono arrivate al quinto set. L’unica eccezione, il 3-0 subito in semifinale a Wimbledon, contro Djokovic, che pure per certi versi ha rappresentato il punto di svolta della carriera di Jannik.

Il bilancio sul rosso e la stagione sull’erba alle porte

Se a fare notizia è il dato che vuole Sinner all’asciutto di vittorie da tre mesi a questa parte (ultimo torneo vinto Miami) significa che il livello raggiunto e le “buone abitudini” che ha saputo infondere nella mente degli appassionati e dei suoi sostenitori sono piuttosto ingenti. E tutto sommato la terra non s’è rivelata poi così nemica di Jannik: due sconfitte in 13 match disputati dimostrano che anche qui il salto in avanti è conclamato. Se poi non ci si fosse messa di mezzo l’anca ballerina, magari sarebbe stata tutta un’altra storia.

Alcaraz ha dimostrato di essere un rivale per la vita (tra i due ci passano un paio d’anni scarsi), ma a Wimbledon la palla passerà nuovamente nei piedi di Sinner. Che sull’erba potrà trovare maggiore giovamento, adattandosi a una superficie più congeniale alle sue caratteristiche.

Intanto sul volo che lo riporterà a casa da Parigi (martedì a Sesto Pusteria c’è la festa per la vetta del ranking e il precedente titolo vinto in Australia) di motivi per sorridere ce ne saranno tanti, uniti alla sete di riscatto che lo pervaderà nella breve ma intensa stagione sull’erba. Dove i conti vorrà farli tornare lui.

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