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Stoccata di Rampulla: "Del Piero non era un leader, abbracciava i compagni per il pubblico"

L'ex portiere della Juventus ha parlato del comportamento "dietro le quinte" dell'ex capitano bianconero.

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Stoccata di Rampulla: "Del Piero non era un leader, abbracciava i compagni per il pubblico" Fonte: Getty images

I due hanno condiviso diversi anni insieme alla Juventus: prima da compagni di squadra, poi da membri dello stesso gruppo. Uno calciatore, l’altro nello staff tecnico: Massimiliano Rampulla e Alessandro Del Piero si conoscono bene.

Non sono mancati, però, alcuni momenti di frizione tra Del Piero e la gestione di Ciro Ferrara da allenatore della Juventus: nel corso dell’appuntamento odierno con Juventibus, uno spettatore ha rivolto un messaggio all’ex portiere bianconero.

“Del Piero non poteva essere leader quando c’era Rampulla, ma che mi si dica che non lo fosse dopo è semplicemente falso. […] Rampulla ha il dente avvelenato con lui per l’avventura con Ferrara”, recita il pensiero del tifoso che stava seguendo la puntata.

La risposta di Rampulla, legata a quel periodo, non si è fatta attendere.

“Alessandro è un amico, lo abbiamo cresciuto quando era in Primavera. Non ho il dente avvelenato, figurati se ho il dente avvelenato. In quel caso lì eravamo arrabbiati perché noi, tuoi ex compagni di squadra, ti chiediamo un aiuto, e Ciro gli ha chiesto un aiuto, di stare più con la squadra. Gli ha detto ‘Alessandro stai più con la squadra perché se la squadra vede che tu stai con noi, negli allenamenti e tutto, la squadra ti segue’. E invece Alessandro ha detto ‘Sì’ e due giorni dopo prendeva il suo preparatore atletico e se ne andava per conto suo e non lavorava. Lavorava per conto suo. Che leader è uno così, scusami?”.

Stando al racconto di Rampulla, Del Piero si sarebbe mostrato disponibile ad aiutare il suo allenatore in un periodo delicato, salvo poi tirarsi indietro.

“E’ un leader? Perché poi dopo tu da allenatore dei portieri, da vice-allenatore, da collaboratore dell’allenatore in prima, senti gli umori dei giocatori e sei tu che devi filtrare, perché i giocatori parlano con l’allenatore dei portieri per far arrivare i messaggi al coach in prima. Se qualcosa non va bene tu cosa fai? Filtri le richieste dei giocatori e le passi all’allenatore. Ma se io, dico, ‘Alessandro, siamo stati tanti anni insieme, da compagni di squadra, e tu ti sei sempre allenato con la squadra, però tu sei diventato tutto quello che vuoi, e poi dici ‘Sì, Ciro, ti aiuto io’ e il giorno dopo prendi e non fai allenamento mai con la squadra, solo quando c’è da fare partitelle, e nelle partitelle stesse il preparatore gli diceva ‘No, Alessandro deve fare 5 minuti e poi esci’, e scusami che gruppo è, che leader sei?”.

La seconda parte del messaggio faceva riferimento, poi, a un episodio accaduto in una gara tra Juventus e Lecce, quando Del Piero andò a rincuorare Buffon dopo un errore. Rampulla non la pensa proprio così.

“Gli altri compagni io li sentivo che dicevano ‘Ma perché lui se ne va e noi dobbiamo stare qui a lavorare?’, quello non è un gruppo. Quello non è un leader, perché non ti riconoscono, non ti riconosceranno. Certo, dopo se il tuo compagno fa una caz*** e tu lo vai ad abbracciare è per il pubblico, non per il compagno”.

 

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