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Superlega, il pessimismo di Giovanni Carnevali

Tante sonno le condanne per la nascita di questa nuova competizione d'élite. Una viene direttamente da una delle tipologie di squadre che saranno più penalizzate, ossia le medio-piccole.

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Superlega, il pessimismo di Giovanni Carnevali Fonte: Getty Images

Grande putiferio ha scatenato, nel mondo del calcio, la creazione della Superlega Europea, nella quale 12 club storici, i più importanti in Europa, si sfideranno assieme ad altri 4 club qualificati (in linea teorica) a partire dal 2022. 

In particolare, questa potrebbe rappresentare la morta del sistema meritocratico e sportivo così come lo conosciamo, e questa è esattamente l’opinione di Giovanni Carnevali, AD del Sassuolo, che non si mostra per nulla entusiasmo della novità, in un’intervista a Radio Anch’Io Sport:

“E’ un’iniziativa che covava, dobbiamo aspettare un attimo per capire bene. Nel pomeriggio abbiamo una riunione in Lega e speriamo che i diretti interessati ci spieghino bene perché i pensieri di queste ore non ci piacciono. Chi aderisce a questo progetto ha grande responsabilità, rischiano di uccidere il campionato nazionale. Cerchiamo di capire bene ma si prospetta qualcosa di non piacevole. In Lega oggi c’è grande conflittualità su tutto, abbiamo discusso a lungo su fondi, diritti tv. L’altro giorno sette società hanno sfiduciato Dal Pino con possibilità di richiesta danni. Ora credo che tutto questo abbia una spiegazione. Non stiamo facendo nulla di buono, siamo in un momento di grande difficoltà. Il fatto di aver perso così tanto tempo ci fa capire. Probabilmente siamo stati presi anche in giro. Tra di noi purtroppo chi gestisce queste società dovrebbe essere più onesto”.

Il punto sarebbe che tanti piccoli club vedrebbero praticamente eliminate le loro ambizioni di miglioramento, dato che le massime competizioni europee le sarebbero comunque precluse:

“redo che oggi per fare calcio sia molto difficile perché la suddivisione dei diritti tv con cui viviamo porta a un divario importante tra grandi club e medio piccoli. Restare in A col bilancio sano per noi è come vincere la Champions. Le squadre più grandi hanno più perdite e questo vuol dire che il sistema probabilmente va rivisto. Nello sport però ci deve essere meritocrazia. Pensiamo sempre ai numeri, al denaro. A volte essere troppo avidi è una brutta cosa. Il calcio è passione, è amore. Noi abbiamo una cultura che tante altre nazioni non hanno. A noi mancano i tifosi, la rivalità tra loro. Se pensiamo solo all’aspetto economico è meglio che il calcio lo faccia qualcun altro. Come Sassuolo non siamo nemmeno interessati. Fare le cose bene e mantenere i conti sano a volte non ti premia nemmeno. Si rischia di perdere la passione che è l’errore più grande. Dobbiamo far sì che lo sport sia divertimento e unione”.

Una parola su cosa avrebbe fatto, nell’opinioni di Carnevali, ex Patron del club Giorgio Squinzi:

“Il dottor Squinzi per noi è stato un grande esempio. Lo sport per lui era qualcosa che andava visto oltre l’aspetto economico. Sarebbe oggi deluso da questa situazione. Le squadre devono avere anche il sogno di poter vincere con la grande, di centrare obiettivi importanti. Ieri l’Atalanta ha battuto la Juventus e speriamo tutti possa andare in Champions. Squinzi aveva il sogno di portare il Sassuolo a un livello importante. Tutti devono avere questo sogno, se ci manca questo e pensiamo di fare un torneo in cui partecipi di diritto, senza aver vinto nulla… La storia puoi anche costruirtela piano piano, non per forza è quella che hai alle spalle perché partecipi a un evento. Il nostro campionato perderebbe completamente di interesse, per i diritti televisivi anche. Automaticamente ci saranno investimenti inferiori, penso anche agli stessi calciatori. Ci preoccupiamo di tante cose, c’è l’aspetto economico, il calcio giocato. Con questo tipo di progetto si va anche ad intasare il campionato. Si andrà ancora per vie legali. Un peccato, davvero. Speriamo si possa rivedere un po’ quel di cui si parla”.

Infine il mercato, per una piccola parentesi: 

“Non c’è nessuna intesa con la Juventus per Locatelli. Un giocatore per noi importantissimo, credo abbia richieste non solo in Italia ma anche all’estero. Aspettiamo perché se questo progetto andrà avanti certi club incasseranno più soldi e noi ci rifaremo su di loro. Andremo a recuperare il tempo perso in questi mesi su discussioni in cui non si è risolto nulla. Mi spiace anche per la sfiducia a Dal Pino, persona seria che ha svolto un buon lavoro in un mondo di una difficoltà incredibile”.

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