Stefano Tacconi torna a parlare dopo l’emorragia cerebrale che lo ha sorpreso nell’aprile 2022 e che ha tenuto tutti con il fiato sospeso. Oggi, a più di due anni dal grande spavento, l’ex portiere della Juventus sta ancora lottando per recuperare appieno la normalità. Quello che non gli manca è certamente la lucidità e la leggerezza per raccontare i momenti più duri senza perdere il sorriso, confidarsi, parlare del futuro e delle sue passioni, non risparmiando una dura critica al calcio moderno e a due personaggi controversi del mondo del pallone come Antonio Cassano e Mario Balotelli.
- Tacconi racconta il risveglio dal coma
- La voglia di libertà e la noia del calcio
- "Cassano e Balotelli? Li avrei presi a calci in c*lo"
Tacconi racconta il risveglio dal coma
Sorretto da quella stampella che lo accompagna da quando è iniziata la battaglia per riprendersi la normalità, Stefano Tacconi è tornato a farsi vedere in giro, a prendere parte a qualche evento e a riconquistare quello che il grande spavento dell’aprile di due anni fa ha rischiato di togliergli per sempre.
La paura, la corsa in ospedale, il coma e il risveglio, sono stati due anni al limite per l’ex portierone della Juventus, che oggi racconta a Repubblica quei momenti e rivela anche scherzandoci su: “Ho visto la morte in faccia, sì. Quando ho riaperto gli occhi dal coma e ho visto mia moglie le chiesto se fosse morta anche lei. Pensavo di essere in Paradiso, anche se mi sa che finirò all’inferno“.
La voglia di libertà e la noia del calcio
“Come procede il recupero? Sono al 70-75%, ma è faticoso. La malattia mi ha lasciato strascichi, specie alla gamba destra”, ha proseguito Tacconi, che ha aggiunto: “Se penso al domani? Certo che ci penso, solo che questi due (il figlio e la moglie, ndr) mi frenano. Voglio aprire un ristorante di specialità umbre, a partire dalla porchetta. Lo farò, anche alla faccia loro. Già lo vedo, vino e cibo a 15 euro, ci penso da quando mi sono svegliato dal coma”.
“Che cosa mi manca? La libertà. Laura e Andrea sono due aguzzini. Vorrei prendere, andare, mangiare, bere, guidare. Non stavo mai fermo, volevo fare il fighetto e non mi sono mai negato nulla… solo che poi il fighetto è stato castigato. Rimorsi? No, ne è valsa la pena, sempre meglio che finire al cimitero. Anzi, quando succederà, crematemi, così evito a tutti di dovermi venire a trovare al camposanto”.
“Cassano e Balotelli? Li avrei presi a calci in c*lo”
Passando al mondo del pallone, Tacconi commenta senza mezzi termini il calcio attuale e spara a zero: “È una noia mortale. Sono tornato allo stadio per vedere Juventus-Napoli, è stata una palla. Io opinionista in televisione? No, sarei troppo scomodo. Ma, poi, li vedete? Sono tutti inquadrati, anche Lele Adani. Sono lì a fare filosofia sul calcio, che è arte, anche se c’è ben poco di artistico da commentare oggi”.
Poi, Tacconi non risparmia due tra i personaggi più chiacchierati e controversi del panorama attuale del pallone, Antonio Cassano e Mario Balotelli, che pare essere sempre più vicino al ritorno in Serie A: “Se li avessi allenati io li avrei presi a calci in c*lo non so fino a dove. Se fossi stato un dirigente, a quelli come me avrei detto di fumare e bere di meno. Cioè, quello che mi dicono anche Laura e Andrea, che sono i miei dirigenti”.
“Però, – sottolinea Tacconi – sono ancora un pazzo. In ospedale dovevano legarmi al letto, sono anche scappato una volta e mi hanno ripreso al quarto grado. Però, devo dire davvero grazie a tutti. La sanità pubblica mi ha salvato la vita“, conclude l’ex portierone portandosi alla bocca la sigaretta elettronica “queste mi restano”. Laura e Andrea non possono far altro che scuotere la testa.