Eziolino Capuano scatenato, come sempre. E mai banale. Intervistato dal Corriere dello Sport, ha parlato in questi termini della sua (seconda) avventura alla guida del Taranto, in lizza a sorpresa per un posto in zona playoff promozione nel girone C di Serie C, a 90′ dal termine della regular season.
“Le chiacchiere stanno a zero – ha detto – sono un uomo concreto, l’allenatore dei casi disperati. Mi sento come Rita da Cascia, la santa dei casi impossibili. Taranto era una delle tre piazze dove volevo tornare. Fui cacciato 21 anni prima da Pieroni senza un motivo reale e giurai che sarei tornato per fare grandi cose. Le altre due sono Sambenedettese, dove fui cacciato da secondo con la possibilità di salire in Serie B, e Avellino, in cui sognavo di allenare dai tempi di Antonio Sibilia, tra i pochi presidenti a capirne di calcio. In quel Taranto di inizio millennio, c’era una situazione societaria disperata: portai la squadra ai playoff e fui mandato via, nonostante l’eredità lasciata. Il presidente Giove, dopo due giornate, mi affidò una squadra costata niente chiedendomi la salvezza. Noi oggi come Robin Hood? In effetti è così, stiamo cercando di togliere un posto nei playoff ai ricchi a favore di noi poveri del Taranto, che vantiamo la seconda migliore difesa dopo il Catanzaro”.