LaLiga è stata fra gli ospiti internazionali della sesta edizione del Social Football Summit. Javier Tebas, presidente del massimo campionato iberico, è intervento allo stadio Olimpico, intervistato da Mike Levy, raccontando quali siano le direzioni in cui si sta muovendo il calcio spagnolo. «I punti salienti dell’evoluzione de LaLiga sono stati molti. Il primo è stato legato al Financial Fair Play, l’autoregolamentazione approvata dal 2013 da parte dei club. In altre nazioni non ci sono questo tipo di leggi, adesso sta intervenendo il Governo inglese per quanto riguarda la Premier League».
Tebas ha poi continuato a parlare dell’evoluzione in atto per il calcio spagnolo: «Il secondo punto è la centralizzazione della vendita dei diritti tv, che creava anche uno squilibrio per certi versi. E qui arriviamo al terzo punto, che riguarda l’internazionalizzazione degli stessi diritti audio-visivi. Infine, abbiamo il progetto CBC che riguarda il calcio spagnolo e vale 280 miliardi di euro, che permette ai club di avere fondi da spendere per le infrastrutture, dagli stadi alle cittadelle sportive. I fondi vengono ripartiti per il 70% su questo aspetto, per il 15% per risanare le moli debitorie, spesso derivanti dal coronavirus, e per il restante ulteriore 15% per quel che concerne gli stipendi dei calciatori».
Tebas ha la ferma convinzione che il futuro del calcio si basi sul lavoro delle federazioni: «Il calcio in questo momento vive una situazione di stress. Noi dobbiamo cercare di comprendere quello che sta avvenendo, ma molti fanno fatica. I club non avevano mai avuto prima la chance di arrivare in tutto il mondo, adesso la situazione è nettamente cambiata e va sfruttata adeguatamente. Dobbiamo comprendere quello che è il cambiamento e riuscire a cogliere il trend».
Il numero uno del calcio iberico ha, infine, concluso: «L’esperienza del calcio, in futuro, sarà completamente diversa, le federazioni dovranno guidare attraverso questo cambiamento. Non spetterà ai club, bisognerà agire a livello federale. Chi appoggia la Superlega si sbaglia totalmente. Così come chi gonfia i valori dei calciatori, chi compie sponsorizzazioni fittizie e gonfiate».
E sul calcio italiano Tebas dà la sua visione: «Se ci sono dei tornei nazionali che possono avvicinarsi alla Premier League uno di quelli è il calcio italiano. Ci sono base solide importanti e storicamente la Serie A è sempre stato un brand forte, che però va consolidato. La peculiarità dei diritti tv italiani è un modello molto interessante, dobbiamo abituare a forme di non esclusività nella concessione dei diritti tv. Faccio un passaggio sui vantaggi fiscali: non vanno eliminati, ma l’Italia ha un problema di Fair Play Finanziario interno. Ci sono proprietà che mettono soldi nei propri club, continuando a investire a perdere. La ratio è persino superiore rispetto a quello della Premier, mancano gli investimenti a crescere, come per esempio quelli legati agli stadi».