Tutto pronto per l’attesissimo debutto di Jannik Sinner alle ATP Finals. Torino è vestita a festa per il campione azzurro e per gli altri magnifici sette protagoniste dell’atto finale della stagione, almeno a livello individuale: la settimana successiva, infatti, il carrozzone si sposterà quasi in blocco a Malaga, dove sono in programma le Finals di Coppa Davis, ultimo grande appuntamento del 2023 per il mondo delle racchette.
- Sinner e l'ammirazione per Djokovic: "Non vedo l'ora"
- Jannik sincero: "Montecarlo? E con chi gioco in Italia?"
- Sinner, il no alla Coppa Davis e la crescita muscolare
Sinner e l’ammirazione per Djokovic: “Non vedo l’ora”
In un’intervista concessa al Corriere della Sera, Sinner ha spiegato il perché della sua ammirazione per Novak Djokovic:
Perché ti ritrovi davanti uno che ha vinto 24 Slam, tre su quattro solo quest’anno. A livello di risultati, il migliore che questo sport abbia mai avuto. Io spero di incontrarlo prima possibile, già nel girone, sono le partite importanti per la crescita, quelle per cui dico: vinco o imparo. Djokovic mi dirà dove sono. Io mi ci sono sentito più vicino quest’anno in semifinale a Wimbledon, pur perdendo in tre set, che l’anno scorso nei quarti, quando avevamo lottato per cinque. Non vedo l’ora. Sono le partite per cui mi alleno tutti i giorni, quelle che mi caricano di pressione.
Jannik sincero: “Montecarlo? E con chi gioco in Italia?”
Allenamenti che Sinner fa a Montecarlo. Schietta la risposta alla domanda sul perché abbia scelto di vivere nel Principato, piuttosto che in Italia:
È una scelta professionale, null’altro. A Montecarlo giochi all’aperto tutto l’anno, ci sono tutti i top player, i campi sono sempre a disposizione: sembra un Master 1000. Con chi giocherei in Italia? E io devo pensare ad allenarmi nel modo migliore, sennò non progredisco.
Sinner, il no alla Coppa Davis e la crescita muscolare
Infine un’ulteriore passaggio sul discusso no al precedente turno di Davis con la Nazionale italiana, che tante polemiche aveva scatenato:
Se non gioco il Master 1000 di Madrid o il girone di Davis, e capisco che i tifosi magari ci rimangono male, è perché sono a Montecarlo che mi spacco di lavoro. Il mio obiettivo non è fare soldi: è diventare la migliore versione di me possibile. Numero uno del mondo? Boh, vedremo. Magari numero quattro è il mio limite. Desidero scoprirlo. E per farlo devo dire di no a qualcosa, sennò la stagione diventa interminabile. Quest’anno chiuderò con 22 tornei giocati: meno gare, più blocchi di lavoro. Dicono: Jannik è diventato più muscoloso. Eh, certo… Anziché andare in giro mi sono chiuso in palestra. Solo così si cresce, secondo me.