Sascha Zverev aspettava una notte così da almeno un anno e mezzo: contro Carlos Alcaraz ha dovuto vincere due volte, ma s’è guadagnato con merito e una resilienza fuori dal comune la possibilità di tornare in una semifinale di uno slam, 19 mesi dopo il terribile infortunio alla caviglia accusato contro Rafael Nadal nella semifinale del Roland Garros 2022. Così a sorpresa è il giovane murciano a dover fare le valigie: la caduta della testa di serie numero 2 fa rumore, anche per il modo con il quale è maturata, con Zverev arrivato già a due punti dal match in chiusura di terzo set. Bravissimo poi a riallineare i pianeti quando tutto faceva pensare a un epilogo favorevole al giovane spagnolo, battuto 6-1 6-3 6-7 6-4.
- La partita (quasi) perfetta: Zverev l'ha vinta due volte
- "Meglio giocare col dolore che guardare giocare gli altri..."
- Medvedev, che fatica: piega Hurkacz al quinto set
- Daniil "omaggia" Nole e Sinner: "Oggi sembrano imbattibili..."
La partita (quasi) perfetta: Zverev l’ha vinta due volte
Zverev ha dato fondo a tutte le residue energie rimaste in corpo per spingersi verso un’impresa sulla quale in pochi sarebbero stati pronti a scommettere. Ha giocato divinamente nei primi due set, martellando in risposta e togliendo ripetutamente il servizio al rivale. Poi nel terzo set è rimasto perfettamente attinente al piano partita, strappando nuovamente la battuta ad Alcaraz in apertura di parziale e arrivando a servire per il match sul 5-3. Ma è stato quello il momento in cui il castello ha rischiato di crollare: lo spagnolo ha sfruttato un paio di errori gratuiti di Sascha, che sul 30-30 ha costruito bene lo scambio senza arrivare a chiudere un punto che pareva già suo. E concedendo una palla break al rivale s’è visto costretto ad allungare il match, cedendo poi senza appello nel tiebreak, perso 7-2.
Il break conquistato in apertura di quarto set s’è rivelato illusorio, subito replicato da Alcaraz, che è sembrato star meglio e decisamente più in fiducia dopo essersi salvato da una fine segnata (Zverev poi ha accusato anche problemi al piede destro, con evidenti segni di vesciche curate nel medical time out in apertura di quarto parziale). Ma a furia di restare aggrappato alla partita, il tedesco ha nuovamente sgretolato le certezze dello spagnolo, che ha sbagliato tantissimo nel nono gioco, subendo l’ennesimo break per poi cedere a 30 nel gioco decisivo nella bolgia della Rod Laver Arena.
“Meglio giocare col dolore che guardare giocare gli altri…”
Zverev ha ammesso di essersela vista brutta, ma anche di aver giocato una delle migliori partite in carriera. “Ho affrontato uno dei tennisti più forti al mondo, peraltro tra i più continui in questo ultimo biennio. Chiaro che sul 6-1 6-3 5-2 inizi a pensare che il più è fatto, ma contro Alcaraz non lo puoi mai sapere. Per questo sono felice di essere riuscito a lottare nel quarto set, ribaltando nuovamente l’inerzia di un incontro che a un certo punto stava per sfuggirmi di mano.
È stata una grande fatica, ma sono orgoglioso di essere tornato in semifinale in questo torneo, con un pubblico fantastico che sa quando tifare e quando fare silenzio. È speciale giocare in Australia e sono felicissimo di poter continuare la mia corsa. Come mi sento a livello fisico? Naturalmente benissimo… battuta a parte, anche se ho un po’ di sangue sotto le unghie dei miei piedi, posso solo dire che è molto meglio sentire dolore e giocare una semifinale che stare bene a casa, sul divano, a guardare sfidarsi gli altri giocatori”.
Medvedev, che fatica: piega Hurkacz al quinto set
Di vincere facile Daniil Medvedev non è ha mai voluto sapere. E l’ha ribadito una volta di più al cospetto di Hubert Hurkacz, piegato al quinto set dopo una maratona durata quattro ore, nelle quali il russo è sempre stato avanti nel punteggio, bravissimo soprattutto a sfruttare qualche piccola incertezza del polacco nei momento decisivi.
Medvedev non ha una grande percentuale di vittorie al quinto set (6-10 in carriera), ma ha saputo cogliere l’attimo: ha ottenuto il break decisivo nel settimo gioco del quinto set, scendendo a rete al momento opportuno e togliendo qualche certezza a un Hurkacz che ha pagato dazio alla fatica. Il retso l’ha fatta la precisione chirurgica al servizio, con la seconda che è stata davvero un’eccezione nel corso del parziale decisivo. Il 7-6 2-6 6-3 5-7 6-4 finale fotografa bene l’andamento di una gara nella quale Medvedev qualche passaggio a vuoto l’ha mostrato (18 volte ha perso la battuta in tutto il torneo, 5 stasera), riuscendo però sempre a risalire la corrente.
Daniil “omaggia” Nole e Sinner: “Oggi sembrano imbattibili…”
“Ho saputo sfruttare le opportunità che Hubi mi ha concesso. Lui è uno dei pochi che non soffre i miei colpi al servizio, però nel quinto ho servito bene e le cose hanno girato per il verso giusto. Fisicamente mi sento stanco: ho speso tanto in questi 10 giorni, avere un giorno di riposo sarà fondamentale, così come sapere di giocare nella sessione serale. È un torneo sfiancante: le palline peraltro dopo un paio di game sono “morte”, nel senso che si usurano in fretta, e dunque ogni partita è una battaglia”.
E a chi gli ha chiesto quale avversario vorrebbe trovare in finale tra Djokovic e Sinner, Daniil ha risposto con sincerità: “Chiunque dovesse capitare sarebbe difficile da contrastare. Djokovic qui in Australia è imbattibile, Sinner riesce a vincere set nei quali s’è ritrovato sotto 1-5 nel tiebreak… insomma, sarebbe dura con entrambi. Prima penso alla mia semifinale, soprattutto a recuperare bene. Poi vedremo cosa accadrà…”.