Servirà da insegnamento a Jannik Sinner quanto successo nel corso della semifinale con Tsitsipas a Montecarlo. Ne è convinto Corrado Barazzutti, ex capitano di Davis, da qualche tempo entrato nello staff di Lorenzo Musetti, ma senza attentissimo alle vicende che riguardano da vicino tutti i tennisti della galassia tricolore. E che in qualche modo un precedente simile a quello che ha avuto per protagonista Sinner nel Principato l’ha vissuto sulla propria pelle agli US Open 1977. Un buon motivo per far sapere che da certi accadimenti non si può che uscirne più pronti e preparati.
- Quando Connors "cancellò" il segno per evitare guai...
- La profezia di Barazzutti: "In futuro Sinner si fermerà"
Quando Connors “cancellò” il segno per evitare guai…
Barazzutti ha fatto riferimento a quanto avvenuto a Forest Hills nella semifinale disputata contro Jimmy Connors, vinta proprio da quest’ultimo grazie anche a una… mossa decisamente anticonvenzionale. “In realtà è un caso un po’ diverso rispetto a quello che ha avuto per protagonista Sinner con Tsitsipas, ma che può aiutare a capire tante cose.
All’epoca, durante uno scambio, Connors tirò un rovescio verso l’esterno che andò fuori, ma senza ricevere la chiamata da parte del giudice di linea. Io mi fermai chiedendo al giudice di sedia di scendere e venire a controllare, ma mentre stavo andando a prendere l’asciugamano, convinto che sarebbe arrivata la chiamata a mio favore, Connors fu più lesto a precipitarsi sul punto dove era caduta la pallina e cancellò il segno, impedendo all’arbitro di correggere la chiamata”.
Jimbo vinse quel match in tre set, ma quando andò a rimuovere il segno si era sul 4-3 nel terzo per Barazzutti, che era in piena risalita. “Sinner a Montecarlo non si è fermato, altrimenti l’arbitro avrebbe dovuto constatare che la palla era fuori. E di sicuro Tsitsipas non si sarebbe mai sognato di andare a cancellare il segno…”.
La profezia di Barazzutti: “In futuro Sinner si fermerà”
A norma di regolamento, tutto è stato fatto secondo quanto prevedono le norme. “Sinner avrebbe dovuto decidere di non giocare il punto, tutto qui. Non dico se tutto questo sia giusto o sbagliato: non so se Jannik abbia pensato che magari non avesse la certezza che quella palla fosse stata servita fuori, ma una volta deciso di giocare lo scambio non poteva più fermarsi e tantomeno polemizzare, sia durante che dopo l’incontro.
La verità è che Sinner ha un carattere che non lo porta ad avere reazioni esagerate o sopra le righe: lui pensa sono a giocare, da grande combattente qual è, ma in futuro sarà più portato a valutare in maniera differente alcune situazioni di gioco e magari a fermarsi, per sentirsi più sicuro”.
Una mano potrà darla l’occhio di falco previsto anche sul rosso: “È una tecnologia che ha un margine di errore di tre millimetri, quindi che garantisce equità. Sul rosso però non ce n’è bisogno, perché basta il segno. Ma magari, giocando più spesso sul cemento, gli arbitri hanno perso l’occhio a certe chiamate”.