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Tennis, l'Italia della Davis e il no a Mattarella: Binaghi, Malagò e i retroscena del mancato incontro

Il presidente federale Angelo Binaghi ribadisce che la data per la visita al Quirinale verrà indicata più avanti, di concerto con Andrea Abodi. Ma la polemica continua.

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Roberto Barbacci

Roberto Barbacci

Giornalista

Giornalista (pubblicista) sportivo a tutto campo, è il tuttologo di Virgilio Sport. Provate a chiedergli di boxe, di scherma, di volley o di curling: ve ne farà innamorare

Questa visita non s’ha da fare. Almeno a dicembre, mese che tradizionalmente per i tennisti è quello delle vacanze. Anche se in Italia non manca mai modo di polemizzare e discutere su qualsiasi argomento. Così anche la meritata passerella dell’Italia di Davis al Quirinale, ospiti del presidente Sergio Mattarella, è diventata motivo di scontro e di tensione.

Annunciata per il 21 dicembre, la visita dovrà essere rimandata ad anno nuovo. Probabilmente a fine gennaio, quando cioè tutto il contingente italiano sarà tornato dall’Australia, e chissà se nella valigia Jannik Sinner avrà messo nel frattempo pure un titolo dello slam.

Mattarella aspetta gli azzurri: appuntamento a gennaio?

La notizia dell’invito giunto dal capo dello Stato è stata data in anteprima da Fabio Fazio durante Che tempo che fa, quando era in collegamento in diretta con Sinner. Che non sapeva nulla, e sulle prime nemmeno ha pensato a ciò che gli era stato riferito, restando però piacevolmente sorpreso. Chiaro che Sinner in quel momento non poteva aver fatto tutti i calcoli necessari, travolto dalle emozioni provate in quelle ore.

Il 21 dicembre, infatti, è una data complicata, troppo a ridosso della partenza per l’emisfero australe (anche se Jannik dovrebbe partire dopo Natale) e in generale incastrata in un periodo nel quale molti giocatori, rientrati dalle vacanze di inizio mese, ricominciano ad allenarsi in vista dei primi impegni ufficiali. Addirittura Matteo Arnaldi quel giorno avrebbe già programmato di partire per l’Australia, mentre Lorenzo Sonego dovrebbe prendere l’aereo il 23. Insomma, data scomoda e impossibile da onorare. Ma questa è solo una parte della storia.

Il gran diniego della Federtennis: la questione politica

Il gran diniego della Federazione Italiana Tennis affonda infatti ben altre radici. E c’entra, al solito, la politica, quella che ha porta il presidente federale Angelo Binaghi (un tipo comunque bello tosto) a lasciare il presidente del CONI Giovanni Malagò fuori dalla porta dello spogliatoio a Torino, dopo la semifinale delle ATP Finals, quando il ministro Giancarlo Giorgetti venne invitato a portare il suo saluto a Sinner.

Rapporti tesi che si protraggono da tempo, da almeno un paio d’anni, da quando Binaghi rimproverò Malagò di voler boicottare gli Internazionali d’Italia (nel 2022 il capo dello sport italiano avrebbe voluto che fossero esclusi Djokovic per via della mancata vaccinazione anti Covid e i giocatori russi a causa del conflitto russo-ucraino, mentre la FIT seguì le linee guida dell’ATP e l’edizione batté ogni record di incasso e partecipazione).

La frecciata mandata in onda in mondovisione da Binaghi dopo la vittoria di Malaga ha semplicemente riacceso il fuoco di un contrasto destinato a non esaurirsi in fretta. Con una sostanziale differenza: mentre Malagò deve fare i conti con i guai di Milano-Cortina, Binaghi può godersi il momento d’oro del tennis italiano, che a quanto pare non ha sbagliato una mossa.

Il buon senso di Mattarella, ma la polemica non s’attenua

Tornando alla vicenda della visita al Quirinale, una volta capita l’antifona Mattarella ha semplicemente detto a giocatori e staff tecnico di scegliere con la massima libertà il giorno migliore nel quale poter raccogliere l’invito. Stile ed eleganza da parte del capo dello Stato, che certo non poteva conoscere nel dettaglio il fitto calendario al quale ogni tennista è chiamato a sottostare.

Tennisti che peraltro sono stati accusati di aver fatto un grosso sgarbo al Presidente della Repubblica, ma anche qui è più la voglia di aprir bocca ad aver mosso certi sentimenti (ricordate le bordate ricevute da Sinner due mesi fa dopo la mancata risposta alla convocazione per il group stage di Bologna? Ogni occasione è buona per alzare la polvere…). Binaghi ha preso nuovamente la palla al balzo:

Andremo da Mattarella individuando la data migliore, e lo faremo di concerto con il Ministro dello Sport Andrea Abodi, l’unico che ci rappresenta.

Gioco, partita, incontro. E Malagò stavolta può solo abbassare la testa. Anche se quel giorno, da Mattarella, appare improbabile che non si presenti all’appuntamento. Altro materiale utile per qualcuno per costruirci sopra un altro bel castello di sabbia.

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