Sarebbe anche bello potersele godere le vittorie, ma nel tennis frenetico del 2023 lo spazio per lasciarsi andare ai festeggiamenti è davvero assai limitato. E Jannik Sinner se n’è dovuto fare una ragione: il tempo di un bel brindisi con il coach Darren Cahill (Simone Vagnozzi, ironia della sorte, s’è perso i festeggiamenti perché a Toronto era assente, causa ferie già programmate da tempo) e poi di corsa sul campo ad allenarsi, perché Cincinnati bussa alle porte e l’altoatesino non può mica farsi trovare impreparato.
Anche perché, giusto per far felici i detrattori (si, ci sono anche quelli: dicono che a Toronto Sinner abbia vinto perché “graziato” da un tabellone facile e meno impegnativo del previsto), il sorteggio ha posto il nuovo numero 6 al mondo al cospetto dei giocatori sulla carta più forti del mazzo. Giusto per alzare l’asticella e dare manforte a chi lo attende immediatamente al varco per la conferma.
Occhio a Cerundolo
L’ultimo torneo prima del carosello degli US Open vedrà al via i migliori 8 giocatori al mondo. I quali godranno tutti di un bye all’esordio, come da abitudine nei Masters 1000 che si disputano ancora sulla distanza di una sola settimana.
Sinner tornerà in campo non prima di mercoledì, giorno in cui festeggerà il traguardo dei 22 anni, affrontando uno tra Francisco Cerundolo e Dusan Lajovic, due che in un modo o nell’altro vale la pena prendere con le dovute cautele: Cerundolo lo scorso maggio sulla terra di Roma ha inflitto a Jannik una delle sconfitte più amare di tutta la stagione, ma in tanti ricordano anche lo sfortunato quarti di finale di Miami 2022, quando Sinner dovette ritirarsi per via delle fastidiose vesciche al piede quando tutto sembrava apparecchiato per raggiungere il primo grande risultato in carriera in un Masters 1000.
Sul cemento però il ragazzo di San Candido ha vinto l’unico precedente “normale” contro l’argentino, datato ottobre 2022 a Vienna. Con Lajovic, attuale numero 66 del ranking, sarebbe invece una prima volta assoluta.
I pezzi grossi: Fritz, Djokovic e Medvedev
Toronto ha dimostrato che fare programma a lunga scadenza non è sempre la migliore delle cose, viste le tante teste di serie cadute lungo il cammino. Sulla carta il tabellone che attende Sinner potrebbe portarlo ad affrontare nell’ordine Taylor Fritz negli ottavi, Novak Djokovic nei quarti (e qui ce ne sarebbero di cose da dire, ripensando alla semifinale di Wimbledon di un mese abbondante fa) e Daniil Medvedev in semifinale.
E naturalmente poi in finale il candidato numero uno a trovare posto nell’altra parte del tabellone dovrebbe rivelarsi essere Carlos Alcaraz, che a Cincinnati cercherà di rilanciarsi dopo l’inopinato ko patito a Toronto contro Tommy Paul nei quarti di finale.
Questione di testa
Cincinnati è davvero la prova generale in vista degli US Open, e pertanto Sinner come tutti i suoi colleghi cercherà di sfruttare a dovere il torneo per oliare gli ultimi meccanismi.
Solitamente dopo una vittoria tanto bella quanto importante un pizzico di rilassatezza finisce per prendere il sopravvento, perché giocare “a pancia piena” è ben diverso che farlo con qualcosa ancora da raggiungere. Ma è anche vero che una vittoria come quella ottenuta in terra canadese può consegnare a Jannik quella tranquillità di sapere che certe imprese possono rivelarsi davvero alla sua portata.
Di motivi per stare sul pezzo, in verità, non è che ne manchino: il best ranking in carriera andrà puntellato dal ritorno minaccioso di Rublev e Tsitsipas, e possibilmente anzi non sarebbe una cattiva idea provare a mettere pressione addosso a Holger Rune e Casper Ruud, che attualmente precedono Sinner (che questa settimana scarterà gli 80 punti conquistati lo scorso anno proprio a Cincinnati, dove uscì agli ottavi contro Auger-Aliassime) rispettivamente di 145 e 70 punti.
Un passo alla volta: per le celebrazioni, magari ripassare dopo Flushing Meadows. E chissà che la festa non sia ancora più grossa…