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Tennis, Volandri accoglie Sinner in Coppa Davis: "A Malaga ci sarà, è sempre stato vicino al gruppo"

Sinner trionfa a Pechino, sale al numero 4 del ranking e spazza via le polemiche. Il capitano della Davis, Filippo Volandri, lo aspetta alle Finals ed è sicuro: "Jannik a Malaga ci sarà"

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Roberto Barbacci

Roberto Barbacci

Giornalista

Giornalista (pubblicista) sportivo a tutto campo, è il tuttologo di Virgilio Sport. Provate a chiedergli di boxe, di scherma, di volley o di curling: ve ne farà innamorare

È bastato poco per riaccendere vecchie e sopite passioni: Jannik Sinner che trionfa a Pechino, salendo al numero 4 del ranking mondiale, e di colpo le polemiche legate alla sua mancata partecipazione alla fase a girone di Davis Cup si sono dissolte in un amen.

Jannik a Malaga ci sarà, e non vediamo l’ora che ci dia una mano per puntare alla vittoria finale

taglia corto Filippo Volandri. Il capitano di Davis, che più di altri aveva “subito” la decisione (saggia, perché il tempo è galantuomo) presa da Sinner, quella cioè di rinunciare alla chiamata in nazionale per concentrarsi sugli ultimi appuntamenti stagionali.

Dal 21 al 26 novembre: la Coppa Davis

L’ultimo dei quali, dal 21 al 26 novembre, farà appunto rima con Davis Cup. Ed è lì che l’altoatesino ha dato appuntamento al capitano, a dispetto delle tante levate di scudi che negli ultimi tempi avevano in qualche modo finito anche per incrinare l’immagine del giocatore all’esterno.

Quello che è successo il mese scorso non deve ripetersi, e comunque è qualcosa che è partito da fuori, non certo dal nostro gruppo

ha spiegato Volandri. Che ha voluto chiudere il cerchio, dando appuntamento a Sinner per le finali di Malaga.

Sempre vicino al gruppo

La qualificazione alle Nitto ATP Finals, che per essere definitiva deve ancora avvalersi di 30 punti da incamerare nelle prossime settimane (già nel fine settimana a Shanghai, contro Giron, il traguardo dovrebbe essere raggiunto), sancirà per Jannik un novembre da vivere col cuore in gola.

Perché i due appuntamenti saranno uno dietro l’altro: il 12 novembre partirà quello che una volta era il Masters di fine stagione, quindi due giorni dopo la finalissima del 19 ci si trasferirà a Malaga per provare a mettere le mani sull’insalatiera d’argento.

E Sinner, parola di capitano, ci sarà.

Jannik è sempre stato vicino a noi durante la settimana bolognese. È vero, non c’era fisicamente, a differenza di Berrettini che ha seguito tutte le gare nel nostro angolo, ma ci siamo sentiti quotidianamente con messaggi e telefonate. Abbiamo trovato un modo per sentirci uniti, al di là delle distanze, e ha sofferto e gioito con noi. Fa parte del gruppo, sappiamo bene quanto sia importante averlo dalla nostra parte e non vediamo l’ora che torni a guidarci nelle finali di Malaga. È ovvio che avrei voluto schierarlo già nella fase a gironi, ma andava capita e compresa la situazione. Ripeto, so che a Malaga verrà e questo mi basta. E tutti quanti lo aspettiamo a braccia aperte.

Upgrade evidente per Jannik

Le polemiche sollevate da più parti, anche in ambiti estranei al tennis, avevano finito per mettere il giocatore di San Candido in cattiva luce, quasi come se avesse voluto rinunciare alla nazionale per un capriccio.

Volandri, esperto e navigato quando basta per capire come funzionano certe dinamiche, questo concetto ha preferito rispedirlo al mittente.

Aveva perfettamente ragione il presidente federale Binaghi nel sottolineare che “demonizzare” un campione è una scelta di poco senso. Jannik ha sentito il supporto della federazione e di una squadra che ha capito che in quel momento era giusto prendersi una pausa, e nessuno ha giudicato negativamente la sua scelta. Quanto fatto a Pechino, poi, dimostra che aveva ragione: la crescita che ha mostrato nei match contro Alcaraz e Medvedev, prima mentale e poi fisica, è stata impressionante. Ha cambiato modo di giocare, lanciandosi spesso e volentieri a rete e optando per serve and volley con grande intelligenza e coraggio. Tatticamente è stato superlativo e ha avuto il merito di “switchare” tra una partita e l’altra, pur sapendo di avere davanti due giocatori fortissimi ma assai diversi tra loro. In finale specialmente ha rasentato la perfezione, nonostante di problemi fisici nel corso della settimana ne abbia avuti diversi. Si dice sempre che la partita perfetta sarà la prossima, ma questa sarà dura da replicare.

47 anni fa l’unico successo italiano in Davis

Magari se la terrà per quando servirà di più, cioè a Malaga, dove a 47 anni di distanza dall’unico successo italiano in Davis, Sinner proverà a guidare una squadra giovane e ambiziosa verso un’altra favolosa conquista.

Dopotutto quel 1976 oggi ricorre con incredibile frequenza: quell’anno Panatta salì alla numero 4 mondiale, e oggi Jannik l’ha eguagliato. E chissà, magari a fine novembre avrà voglia anche di emulare l’impresa di Davis Cup.

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