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Tokyo 2020, l'atletica azzurra vuole interrompere il digiuno

Le speranze di Antonio La Torre: "Gimbo Tamberi, Marcel Jacobs e Filippo Tortu hanno tenuto viva l’attenzione di tutta l’Atletica italiana".

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Tokyo 2020, l'atletica azzurra vuole interrompere il digiuno Fonte: Getty Images

Appena tre medaglie nelle ultime tre Olimpiadi, addirittura zero allori a Rio de Janeiro 2016. L’atletica leggera vuole rompere il digiuno a Tokyo 2020, e avrà le sue chance per farlo. Così Antonio La Torre, Direttore Tecnico della Nazionale Italiana di Atletica leggera: “Gimbo Tamberi, Marcel Jacobs e Filippo Tortu hanno tenuto viva l’attenzione di tutta l’Atletica italiana. Da loro mi aspetto che sappiano recitare le parti che gli spettano”, sono le parole all’Ansa.

“Da Tamberi mi aspetto che sia protagonista di una gara di salto in alto che è diventata la sua ‘magnifica ossessione’. Così come mi aspetto altrettanto da Tortu perché in questi giorni sta dando segnali importanti di crescita e, con Jacobs, insegue la finale dei 100 metri. Mai un italiano c’è riuscito. È la spedizione più numerosa dell’atletica leggera di sempre perché il consiglio federale ha deciso di riconoscere in qualche misura l’impegno che gli atleti, gli allenatori e le società hanno messo in questo difficile anno pandemico”.

“Il numero è grande soprattutto perché abbiamo qualificato 5 staffette su 5 e quindi questo porta ad amplificarlo molto. È un misto di atleti di altissimo livello come, ad esempio, Tamberi, e di giovanissimi che si affacciano per la prima volta su un proscenio così importante. Cerchiamo di andare lì con i piedi per terra ma credo che lasceremo una eredità importante per Parigi 2024″.

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