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Tour de France, Pogacar: “Non ho niente da perdere”

Lo sloveno scalpita, ma intanto fa un pronostico sulla Grande Boucle che parte il 1° luglio: “Il favorito è Vingegaard”

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Tour de France, Pogacar: “Non ho niente da perdere” Fonte: Getty Images

Sabato comincia il tanto atteso Tour de France. Partenza dalla Spagna, precisamente da Bilbao, poi tre settimane che si preannunciano intense. Tra i favoriti c’è Tadej Pogacar, capitano della Uae Team Emirates, che mira al tris dopo i successi del 2020 e del 2021. L’anno scorso lo sloveno ha dovuto abdicare per Jonas Vingegaard. Il duello tra Pogacar e l’alfiere della Jumbo-Visma pare essere la trama centrale di questa Grande Boucle. Vingegaard si approccia al Tour dopo la vittoria al Giro del Delfinato, Pogacar sta recuperando dalla frattura allo scafoide riportata durante la Liegi-Bastogne-Liegi. Come dire che parte leggermente attardato. Ai Campionati nazionali, però, ha trionfato sia a cronometro sia in linea.

“Il polso migliora ogni giorno. Non ho ancora il 100% di mobilità, ma sulla bici mi sento bene. Non ho mai sentito alcun dolore mentre pedalavo, ma forse è perché non spingo mai direttamente sull’osso quando lo faccio, e non riesco a piegare molto il polso. Sembra solo un po’ bloccato, ma sono felice che non ci sia dolore. Quindi, ho potuto fare un buon allenamento in queste ultime settimane“, le parole di Pogacar a Cyclingnews, riportate da Cyclingpro.net.

Gli allenamenti sono stati comunque un po’ condizionati dall’infortunio e dal recupero: “Ho iniziato l’allenamento vero e proprio qualche giorno dopo rispetto a quanto avrei fatto se non fossi stato infortunato e per le prime settimane ho compensato l’allenamento a bassa intensità con la corsa, l’escursionismo e persino il nuoto. Ho praticato molti sport diversi e ho trascorso molto tempo sui rulli. Il numero totale di ore era più o meno lo stesso di quando mi allenavo normalmente, e l’intensità era ancora più alta. Fino al ritiro in Sierra Nevada l’allenamento è stato un po’ diverso. Ma una volta arrivato in Sierra Nevada, il mio livello base era buono, quindi l’abbiamo solo completato con alcuni sforzi e un lavoro intenso. Forse questo approccio al Tour sarà anche migliore del solito, arrivando un po’ più fresco“.

Pogacar, comunque, mette al primo posto come favorito proprio il suo avversario, Vingegaard: “Ha dimostrato di poter vincere la gara quasi con una gamba sola. È sembrato essere in grandissima forma. Quindi, ora tutti gli occhi sono puntati su di lui, sarà il “personaggio” principale del Tour. Io non corro dalle Ardenne, tutti si aspetteranno che lui vinca facilmente il Tour“. Ci sarà dunque meno pressione per lo sloveno? “Per due anni ho difeso il titolo al Tour, e questo è un tipo di pressione diverso rispetto a quando attacchi. Quest’anno non ho niente da perdere. Sto tornando da un infortunio e qualunque cosa accada, accadrà. Penso di essere in buona forma, ma non sai mai cosa può succedere. Di sicuro, ho una mentalità completamente diversa rispetto allo scorso anno“.

Prima di chiudere, c’è un pensiero anche per Gino Mader, caduto al Giro di Svizzera e deceduto: “Quello che è successo è davvero triste. È una tragedia. Gino non aveva nessuno che lo odiasse, non aveva cattivi rapporti con nessuno del gruppo, e lo stesso vale per i giornalisti. Abbiamo corso molto insieme e abbiamo avuto belle battaglie, come al Tour de l’Avenir. Sono onorato di aver potuto correre con lui“.

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