Sono stati uniti anche nel tragico epilogo di questa tragedia che li ha travolti, annientati causandone la morte. Quattro ore appena li hanno divisi: il pilota brasiliano Douglas Costa, 42 anni, e la sua compagna Mariana Giordano, 36 anni, si sono spenti dopo un ricovero seguito a sintomi non pochi identificati a principio mentre il pilota partecipava alla AMG Cup, evento targato Mercedes che prevede diverse tappe, tra cui una ad Interlagos.
Malessere, febbre, dolori muscolari, eruzioni cutanee: questi i segnali della malattia accertata che ha colpito e uccisi entrambi, poi identificato nella febbre maculosa delle Montagne Rocciose, una malattia infettiva rara provocata dal morso di particolari zecche, in Brasile la zecca stellare.
- Douglas Costa e Mariana Giordano morti a quattro di distanza
- Il post della AMG Cup Brasil
- Che cos'è la febbre maculosa delle Montagne Rocciose
Douglas Costa e Mariana Giordano morti a quattro di distanza
Douglas Pereira Costa era un professionista e proprio durante la AMG Cup avrebbe incominciato ad accusare i primi sintomi, segnali della malattia che ha avuto un decorso velocissimo, per lui e la sua compagna. Una settimana dopo il soggiorno in una zona rurale, sabato 3 giugno, hanno iniziato ad accusare i segnali della febbre maculosa delle Montagne Rocciose: temperatura alta, dolori muscolari, eruzioni cutanee rosse appunto localizzate su mani e piedi.
Per questa ragione Mariana Giordano, la sua fidanzata, ha deciso di ricoverarsi, ma dopo la somministrazione di adrenalina è stata dimessa. Nella notte ha accusato sintomi ancora più preoccupanti ed è stata diagnosticata, ha raccontato Marcelo Giordano, suo fratello.
Martedì 6 giugno è stata trasferita in terapia intensiva, è morta giovedì. Quattro ore prima di lei, è spirato Douglas Costa che ha inizialmente evitato il ricovero, ma una volta aggravatosi è stato trasferito in rianimazione. Le sue condizioni sono apparse subito molto gravi e, nonostante l’impegno dei sanitari, non ha superato la malattia.
In Brasile, la febbre maculosa delle Montagne Rocciose è una delle malattie più insidiose, nel periodo dell’anno tra aprile e settembre ed è causata da Rickettsia rickettsii ed è trasmessa dalle zecche ixodidae. I sintomi sono temperatura alta, cefalea grave e rash cutaneo.
Per arrivare alla diagnosi, sono stati analizzati i campioni biologici di entrambi come riporta il sito brasiliano di O Globo. Una diagnosi postuma, purtroppo.
Il post della AMG Cup Brasil
“A tutti i membri della famiglia e agli amici, le nostre più sentite condoglianze. Sappiamo quanto Douglas fosse una persona ammirevole e come senza dubbio lascerà un grande vuoto nel cuore di tutti coloro che hanno avuto l’onore e il piacere di conoscerlo”, la nota di AMG Cup Brasil per ricordare il pilota. Un omaggio che sui social è stato poi ripetuto.
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Che cos’è la febbre maculosa delle Montagne Rocciose
La febbre maculosa della Montagne Rocciose è una malattia infettiva febbrile acuta, come accennato sopra, causata da un batterio del genere Rickettsia, trasmesso appunto dalle punture di zecca. È diffusa soprattutto in America, tra Brasile e Messico. Nell’uomo, l’infezione si manifesta soprattutto da maggio a settembre, quando le zecche adulte sono attive e le persone hanno maggiore probabilità di trovarsi in aree infestate dalle zecche dove possono essere infettate.
Negli stati meridionali, casi sporadici si verificano durante tutti i periodi dell’anno. Le zecche dure bombate (della famiglia delle ixodidae) albergano R. rickettsii e le femmine infette trasmettono il germe alla loro progenie e sono quindi serbatori naturali.
La febbre maculosa delle Montagne Rocciose causa trombi, di diversa entità, vasculite a livello cutaneo, del tessuto sottocutaneo, del sistema nervoso centrale, dei polmoni, del cuore, dei reni, del fegato e della milza. Il periodo di incubazione è nella media di 7 giorni e va dai 3 ai 12; più breve è l’incubazione, più grave è l’infezione che esordisce, di solito, con cefalea, dolori muscolari e febbre altissima tra i 39° e i 40°.
Quando i pazienti non sono trattati possono sviluppare polmonite, necrosi tissutale e insufficienza circolatoria, talvolta con danni cerebrali e cardiaci. Nei casi più gravi e fulminanti (la mortalità sfiora il 20%) può verificarsi l’arresto cardiaco con la morte improvvisa.
Il contagio, possibile su uomini e animali, avviene attraverso il morso e la permanenza prolungata di una zecca che trasmette il batterio. Difficile, per quel che si legge, che vi sia trasmissione da uomo a uomo.
