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Uae Tour, dibattito Covid: i ciclisti si dividono

Alcuni protagonisti del mondo del ciclismo vorrebbero rivedere le regole in vigore.

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Uae Tour, dibattito Covid: i ciclisti si dividono Fonte: Getty Images

In vista dell’Uae Tour, il Covid resta al centro del dibattito anche nel mondo del ciclismo. Wout van Aert la pensa così: “Basta un test positivo e tutta la preparazione è vanificata. Penso che dovremo prendere in considerazione l’idea di non basarci più su un test positivo. Dovremo iniziare a guardare al Covid come le altre malattie. Non siamo stati testati per l’influenza o il raffreddore in passato. Ovviamente, se ti ammali poi devi rimanere a casa”.

Dumoulin appoggia van Aert: “Se sei positivo qui e devi restare in quarantena per 10 giorni, vuol dire che perdi tutta la preparazione, tutta la primavera, pur senza sintomi. Più o meno le stesse regole di due anni fa quando il virus era molto più mortale e i vaccini non c’erano. È quantomeno strano e ci può creare problemi. Più del ciclismo, è un qualcosa che riguarda le regole degli Stati: non so quanto il ciclismo da solo possa fare davvero”.

Per Filippo Ganna invece, i ciclisti devono eseguire gli ordini: “Per fortuna, ora la maggior parte dei casi mi sembra che sia asintomatico. Questo è già importante. Non è però il nostro lavoro decidere le regole, noi ci atteniamo a quello che ci dicono. Avremo modo di capire in futuro le scelte fatte sono state giuste o no, ma se si prendono, sono prese per il bene della comunità e non dei singoli”. Per il momento, come dice l’azzurro, non resta che rispettare le norme per la sicurezza di tutti. 

 

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