È già passato un anno dai fasti di Tokyo, dall’uno agosto 2020, quando Marcell Jacobs e Gianmarco Tamberi nel giro di 20 minuti conquistarono due medaglie d’oro.
Ad aprire le danze fu Gianmarco Tamberi che 365 giorni dopo ha ricordato quel trionfo a Gazzetta Dello Sport.
“Ci siamo trovati nella stessa storia, con lo stesso percorso e con lo stesso infortunio e siamo stati così vicini. È bastato guardarci negli occhi per ricordarci di tutto quello che ci aveva portato fino a qual punto. È venuto automatico, non si trattava di fare una scommessa alla play station con un amico e poi dire ok è patta. C’era tanto dietro quel gesto”.
E poi su Jacobs: “Chi se lo dimentica il nostro abbraccio iconico. Quello con Mutaz ha significato qualcosa di pazzesco, di bellissimo, tante persone all’estero me l’hanno detto. Con Marcell è stata una cosa tutta nostra, tutta dell’Italia”.
Sul futuro, Tamberi non dà certezze nè per la situazione incerta con il padre allenatore Marco, sui cui non si sbilancia nè sulla situazione infortuni: “L’ultima grande fortuna: sono tornato dall’America positivo al Covid e sono stato una settimana a casa. Ovviamente non mi sono allenato, ho anche avuto tre giorni di febbre alta, ma mi sono negativizzato in fretta e ora, dita incrociate, mi sembra che questo riposo mi abbia fatto bene per il problema al retto femorale che mi ha condizionato in questi mesi. Vediamo. Prima dell’Europeo, dovrei fare altre due gare in Ungheria e a Montecarlo”.