Era esattamente un anno fa. Il 5 agosto 2017, Usain Bolt disputava l’ultima gara individuale della propria leggendaria carriera da sprinter, finendo inopinatamente al terzo posto nei 100 metri dei Mondiali di Londra, nello stesso stadio dove il fulmine giamaicano aveva incantato il mondo all’Olimpiade 2012. L’oro andò al fischiatissimo Justin Gatlin, ma l’intero mondo dell’atletica aveva occhi per Bolt, che aveva già annunciato l’addio all’attività. Il peggio però sarebbe arrivato una settimana più tardi, con quel malinconico infortunio durante la 4×100, quello sì ultimo fotogramma della carriera di Usain, insieme alla triste passerella zoppicante sulla pista dello Stadio Olimpico.
I fuoriclasse dello sport, però, non sanno mai stare fermi e allora, stroncata sul nascere l’ipotesi di imitare leggende di altri sport tornate sui propri passi, da Jordan a Schumacher, ecco la virata verso il calcio, l’altra grande passione della vita sportiva di Bolt. Così, un anno dopo l’ultima corsa, ecco il primo contratto da calciatore. Dopo svariati tentativi anche illustri, come quello con il Borussia Dortmund o quello con i norvegesi dello Strømsgodset, con cui Bolt ha anche sfidato la nazionale under 19 locale, a dare fiducia al giamaicano sono stati gli australiani del Central Coast Marines, club iscritto alla massima divisione.
Le parti avevano avuto un approccio a metà luglio, quando a Bolt era stato concesso un periodo di prova, evidentemente superato. La società ha comunque precisato come la possibilità di scendere in campo è tutta da guadagnare allenandosi con la squadra “per un periodo indefinito con la speranza di diventare un calciatore professionista”. Insomma, non ci siamo ancora, ma quasi, per quello che sarebbe l’ennesimo record dell’uomo più veloce del mondo, per una volta molto simile a tutti gli esseri umani, per quella sua passione di correre dietro a un pallone…
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