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Un eroe dell'ultima Champions della Juve compie 60 anni

Pietro Vierchowod, una vita da Zar e da mito del calcio: ha vinto tutto in Italia, ora allena in Albania

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Un eroe dell'ultima Champions della Juve compie 60 anni Fonte: Ansa

Diego Maradona, che gli affibbiò il soprannome di Hulk, disse di lui: “Se Vicini lo avesse schierato contro di me in quella semifinale a Napoli, l’Italia avrebbe vinto il Mondiale”. Pietro Vierchowod, invece, quella partita la vide dalla panchina e forse ancora adesso è uno dei rimpianti più grandi della sua carriera. Già, perché lo Zar per il resto ha vinto tutto. E oggi compie 60 anni.

RapidissimoEnzo Bearzot lo definiva il difensore più rapido del mondo e Vierchowod, figlio di un soldato ucraino dell’Armata Rossa stabilitosi in Italia dopo esservi stato prigioniero durante l’ultima guerra, ha sempre raccontato di riuscire a fare i 100 metri in 11 secondi. Nato a Calcinate, in provincia di Bergamo, il 6 aprile 1959, ha iniziato a giocare all’oratorio e ha mosso i primi passi nella Romanese. Dopo cinque anni al Como, con cui ha esordito in A, nel 1981 è passato alla Fiorentina, dove ha sfiorato uno scudetto, perso all’ultima giornata per via di un rigore realizzato dallo juventino Brady a Catanzaro.

Vincente – L’anno successivo il tricolore non gliel’ha tolto nessuno. Trenta presenze su trenta, stopper insuperabile della meravigliosa Roma di Liedholm. Un’esperienza breve ma intensa nella Capitale, prima di trasferirsi a Genova, sponda blucerchiata, nell’ambiziosa Samp del presidente Mantovani. Dove ha vinto tutto, o quasi. Tre Coppe Italia, una Supercoppa, una Coppa delle Coppe e soprattutto uno scudetto, il primo e l’unico della storia doriana, nel 1991. Nel frattempo in con la nazionale ha vinto un Mondiale senza mai scendere in campo in Spagna, ha giocato in Messico e a Italia 90, prima di chiudere sotto la gestione Sacchi nel 1993. Abile colpitore di testa, ha realizzato 25 gol in A nei 12 anni alla Sampdoria. Una parabola che si è chiusa nel 1995.

La Champions – Nel 1995-96, assieme a Jugovic e Lombardo, ha vestito la maglia della Juventus. Doveva fare il rincalzo d’esperienza, invece è stato uno degli eroi della cavalcata europea della formazione di Lippi, con 8 presenze su 11 partite e giocando da titolare quella finale all‘Olimpico contro l’Ajax. L’ultima partita in bianconero. E anche l’ultima Champions per la Juve, che da quel momento sarebbe diventata ossessione. Ha poi vestito per poche settimane la maglia del Perugia, ha giocato senza troppi acuti una stagione nel Milan e ha chiuso la carriera nel Piacenza, firmando con un suo gol alla Salernitana una sofferta salvezza e ritirandosi a 41 anni.

Allenatore – In seguito Vierchowod ha intrapreso la carriera da tecnico, senza troppe fortune per la verità. Ha guidato il Catania, la Florentia Viola, la Triestina, finendo esonerato dopo pochi mesi. Poco significativa pure l’esperienza in Ungheria, all’Honved. Attualmente è l’allenatore del Kamza, in Albania. Tanti auguri Zar.

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