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Vaffa, occhiatacce e liti: com'è dura sostituire un campione

Ieri Vidal e Ronaldo, ma quanti casi clamorosi in passato

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“Sempre il 22, sempre il 22”. Non stava giocando a Bingo ieri Arturo Vidal quando ha pronunciato queste parole, arrabbiatissimo. Il cileno ce l’aveva con Conte che lo aveva sostituito nella partitissima con la Juve. Stessa partita, scena diversa quando Pirlo richiama l’uomo del match, Cristiano Ronaldo, che con la sua doppietta aveva ribaltato la partita. Per Mughini l’espressione di Cr7 è la più incredula che abbia mai visto. Non si capacita il portoghese, e non è la prima volta che gli accade.

Ronaldo ruppe con Sarri proprio per le sostituzioni

Non piace a nessuno essere sostituito ma a Ronaldo piace meno che ad altri. Si ricorderà la reazione quando Sarri osò cambiarlo al 54′ di Juventus-Milan l’anno scorso. Se ne andò proprio dallo stadio e da allora i rapporti non sarebbero mai più stati gli stessi tra i due.

Il caso Kepa al Chelsea

Non fu una novità per Sarri essere contestato per un cambio. Ha fatto storia quanto accadde nella finale di Coppa di Lega tra il Chelsea che allenava e il Manchester City che vinse ai rigori. Sarri richiamò in panchina il portiere Kepa che rifiutò il cambio proprio poco prima dei tiri dal dischetto, invitando con ampi gesti Sarri a starsene seduto. “È stato un grande malinteso perché pensavo che Kepa avesse i crampi e non fosse in grado di continuare per i rigori, ma non era così, poteva parare ancora” , si giustificò Sarri nonostante il plateale ammutinamento.

Da Chinaglia a Carnevale e Baggio, quanti casi

La storia del calcio però è stra-ricca di reazioni isteriche (e volgari) al momento delle sostituzioni. Ai Mondiali del 1974 Chinaglia venne sostituito al 69′ in Italia-Haiti e mandò platealmente a quel paese il ct Valcareggi, prima di spaccare sei bottiglie d’acqua negli spogliatoi. Ai Mondiali ’90 tocca ad Andrea Carnevale essere pescato dalle telecamere mentre reagisce allo stesso modo quando il ct Vicini lo sostituisce nella gara con gli Usa. E chi può dimenticare Roberto Baggio che a Usa ’94 viene richiamato da Sacchi a inizio partita, dopo l’espulsione di Pagliuca: “Questo è matto, questo è matto” borbotta Baggio mentre lascia il campo.

Va meno bene quando ad essere sostituito è un giocatore dal caratterino tutt’altro che semplice. Lo sa bene Trapattoni che si ritrovò un Edmundo infuriato dopo Roma-Fiorentina del 18 ottobre 1998. A 17 minuti dalla fine, con i viola in vantaggio 1-0, il Trap sostituisce il brasiliano per inserire Robbiati. Edmundo si arrabbia e, dopo la rimonta della Roma che vince 2-1, scoppia. Serve l’intervento di Antognoni come paciere per evitare che vengano allo scontro fisico.

Chi può dimenticare invece cosa accadde in Fiorentina-Novara del 2012, quando il tecnico viola cambia Lijajc. Il serbo si accomoda in panchina insultando nella sua lingua il tecnico, facendo anche riferimento alla madre morta. Delio Rossi scatta e lo colpisce ripetutamente come in uno scontro di boxe.

Non arrivano alle mani Vincenzo Montella e Fabio Capello, ma lo scontro verbale nel finale di Napoli-Roma del giugno 2001 è celebre. Capello preferisce Delvecchio all’Aeroplanino, che si stava scaldando ma entra solo negli ultimi otto minuti. Il centravanti scarica tutta la sua rabbia mandandolo a quel paese: la faccia rivolta al campo, scagliandogli contro una bottiglia di plastica, tra insulti reciproci.

Roma non è piazza facile: nel 2019 in Pescara-Roma al 26′ st Spalletti cambia Dzeko che sta in lizza per vincere il titolo di capocanniere per inserire il centrocampista Grenier. Dzeko esce e lo fulmina con uno sguardo prima di dire a favore di telecamera: «fai ancora il furbo?…»

Celebri anche le reazioni rabbiose di Insigne (quasi) ogni volta che è stato sostituito a Napoli

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