Valentino Rossi, in attesa di poter dare inizio alla stagione 2020 di MotoGP, va in scena con il secondo video in collaborazione con una nota azienda. Così Valentino ripercorre alcuni momenti fondamentali della sua carriera di pilota nel Motomondiale. “Ho iniziato a correre a 14 anni, mi piace vedere come tante cose sono cambiate, nella vita e nel mio carattere. Si cerca di diventare più grandi e fare altre cose, crescere, sarebbe triste rimanere uguali, nel bene e nel male. Ma alcune cose sono rimaste simili, come la passione per le moto, la competitività, il gusto di guidare la moto”.
L’amicizia e gli inizi in moto
Sono rimaste intatte anche alcune amicizie fraterne, come quella con Uccio, dai tempi delle elementari. E quella con Alberto Tebaldi: “L’amicizia è uno dei valori più importanti, ognuno si merita gli amici che ha, è stato uno dei punti forti. Io, Albi e Uccio ci conosciamo da tanto tempo. Anche il mio team è rimasto quasi invariato dal 2000“. L’amicizia con Albi risale ad oltre 25 anni fa: “Nel 1994 siamo andati al Mugello con gli scooter, appuntamenti presso un’officina di Misano alle 4 del mattino, lì ho conosciuto Albi che aveva una Ducati Monster. Poi siamo andati a sciare insieme e da lì ci siamo frequentati”.
Le origini e il rapporto con la gente
Rossi è sempre rimasto legato alla sua terra d’origine: “Mi piace stare qua in zona perché la gente mi vede, mi saluta. Ma se mi sposto iniziano con le foto, gli autografi… diventa un problema. Qua sono più io, uno normale che gira, la gente mi conosce ma mi lascia stare. Sono legato a Tavullia, c’è la mia famiglia, mia madre, i miei amici, Flavio il capo del fan club, la figlia che lavora con noi. Un altro posto che amo è Ibiza, ho una casa là da quindici anni, è un posto molto rilassante”.
I riti della MotoGP e il grande cambiamento
Prima di una gara MotoGP, il campione ha alcuni riti scaramantici. “L’inizio della gara inizia dalla vestizione, cominci a dimenticare tutto il resto, trovi la motivazione per scendere in pista. Si ascolta la musica – ha aggiunto il Dottore -, si mette uno stivale prima dell’altro, poi abbassi la visiera e lì devi avere raggiunto già una buona concentrazione ma è l’atto finale“.
Il più grande cambiamento in carriera? “La prima volta che ho provato la 500cc, due tempi e 200 CV, mi ha fatto impressione. Nel 2002 però con la MotoGP è cambiata l’era del motociclismo, motore a quattro tempi, altre tecnologie, possibilità di lavorare con l’elettronica. Io sono cresciuto con lo scooter e il Ciao“.
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