Che sia davanti a una telecamera o via twitter di sicuro non è uno che le manda a dire. Enrico Varriale, vicedirettore di Raisport, è oggetto di numerose discussioni da parte del pubblico e non solo per le sue prese di posizioni, che spesso generano polemiche, e in un’intervista a Peter Gomez sul Fatto Quotidiano racconta tutto.
Lo scontro con Ravezzani
Sui social è iscritto dal 2015 ma è diventato quasi una “star” per i tanti follower, non tutti suoi amici per la verità. Di recente c’è stato uno scontro a distanza con Fabio Ravezzani di TeleLombardia. Varriale spiega cosa è successo.
Il racconto di Varriale
“L’ho capito poco anch’io. Un giorno mi ha citato prendendo un mio tweet sul Napoli e la Lazio. Ha scritto: “Ci vuole un bel coraggio a scrivere cose così”. Poi ho letto quattro o cinque tweet che aveva pubblicato lui e ne ho preso una a caso (dove Ravezzani scrive: “Se davvero Conte avesse ritardato di mezz’ora il suo comunicato alla nazione con lo scopo di aumentare i suoi followers su Facebook andrebbe processato per alto tradimento” ndr) e ho aggiunto: “Se io non sono coraggioso tu sei un temerario”.
La polemica per Higuain
Con i tifosi della Juve tanti i botta e risposta, c’è stata anche la polemica sulla fuga dall’Italia, con tampone rapido e negativo, di Higuain… “Io sono diretto e ho detto una cosa abbastanza ovvia: non credo che in quel momento sia stato il migliore gesto dal punto di vista etico. Comunque se non ha violato le regole faccia ciò che vuole. Selvaggia Lucarelli sottolineava da giorni che i tamponi erano difficili da fare a persone che non stavano bene e non riuscivano ad averlo e altri avevano corsie preferenziali. Non è stata una gran figura, insomma. Su certe cose bisogna avere il coraggio di dire che possono sbagliare tutti”.
La lite con Zenga
Memorabile su Rai2 la lite in diretta con Zenga anni fa: “Non ci sentiamo da tempo immemorabile. Quando vedo le visualizzazioni di quella litigata con lui su Youtube rimango allibito dai numeri che salgono continuamente”.
“A me spiace perché Zenga è un buon allenatore, ma alcune situazioni caratteriali gli hanno frenato la carriera. Ha vinto campionati non facili come in Romania, ma in Italia ha avuto meno fortuna perché si è fatto condizionare dal suo carattere. E poi c’è “l’uscita a vuoto” su Caniggia ad Italia ’90 che gli ho ricordato… Sono stato un pochino cattivo, lo so. Eravamo giovani e potevo usare un tono più basso, ma non ho sbagliato nulla. Ero e resto convinto di avere ragione”.