Sui campi del calcio giovanile, c’è da annoverare anche questo episodio vergognoso: un’arbitra è stata abbandonata nell’impianto poi chiuso per aver preso, con coraggio, una scelta alla quale è chiamata a rispondere, cioè sospendere la gara per rissa.
Una storia assurda, paradossale: l’arbitra infatti, proprio per aver sedato gli animi è stata poi accusata e infine chiusa a chiave nello spogliatoio domenica 5 febbraio 2023, durante e dopo la partita del campionato regionale juniores Under 19 tra Darfo Boario e Carpenedolo.
- Vergognoso atto nei confronti dell'arbitra
- La rissa senza controllo e l'offesa
- Chiusa nello spogliatoio e nell'impianto
Vergognoso atto nei confronti dell’arbitra
Riavvolgendo il nastro, al 26’ del secondo tempo la gara viene sospesa “a causa del verificarsi di una rissa che vedeva coinvolta la quasi totalità dei calciatori presenti in campo nonché dei dirigenti di entrambe le società. Tutti si spingono e si picchiano”, come si legge nel comunicato che descrive l’agghiacciante situazione.
Referto poi diffuso nell’ambito dei provvedimenti disciplinari del Comitato Regionale Lombardia e attraverso un comunicato divenuto di dominio pubblico, così come l’episodio che ha riguardato una giovane arbitra, una delle tante come la prima a dirigere un match in Serie A Maria Sole Ferrieri Caputi, che oggi ricoprono questo ruolo.
La rissa senza controllo e l’offesa
La questione non si è conclusa con questo pur disdicevole scambio di vedute, perché l’arbitra “veniva circondata da tesserati di entrambe le società che contestavano ripetutamente la decisione della sospensione definitiva della gara”. Lei è rientrata in lacrime nello spogliatoio “senza che — si legge — alcuno si curasse della sua persona”.
Chiusa nello spogliatoio e nell’impianto
Non solo: il fischietto quando è uscita dagli spogliatoi si è resa conto “di essere stata abbandonata e chiusa all’interno dell’impianto”.
Inevitabile, oltre che necessaria la sanzione a carico di entrambe le società sanzionate con la sconfitta a tavolino e ammende varie da 200 euro a testa. Per il Darfo Boario, società ospitante, anche una seconda multa di 100 euro «per inidonea assistenza all’arbitro a fine gara».
“Per consolidata giurisprudenza quando la necessitata interruzione della partita si deve imputare ai
calciatori di entrambe le Società, la conseguenza non può essere quella della ripetizione della gara,
che postula l’assenza di responsabilità anche oggettiva delle Società in ordine ai fatti o situazioni
che abbiano influito decisamente sul regolare svolgimento della gara, ma è quella espressamente
prevista dall’art.10 C.G.S., vale a dire la sanzione sportiva a carico di entrambe le Società
interessate, dovendo queste rispondere del comportamento rissoso dei propri calciatori, causa
determinante della chiusura anticipata della gara (cfr. Comm. Disciplinare presso C.R. Lombardia in
C.U. nº.26 del 21-01-1999). E la C.A.F. ha avuto modo di precisare più volte che” …. una volta
accertato il verificarsi di una rissa in campo è del tutto inutile stabilire quale soggetto abbia ad essa
dato origine; infatti se l’interruzione anticipata della gara ha avuto causa non già in un semplice
diverbio tra calciatori, ma in una vera e propria rissa, la responsabilità di questa va individuata sul
fatto di avervi partecipato, non già solo nell’averla provocata (C.A.F. in C.U. nº.27 del 19-05-1994)”, si legge.
Quanto avvenuto alla giovane arbitra è l’ultimo episodio, in ordine di tempo, che riguarda troppe partite, troppe gare soprattutto in ambito giovanile dove ancora oggi si apprende di atti assolutamente censurabili e fuori controllo. Anche nell’esercizio del semplice rispetto del regolamento.