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Violenza sulle donne: #Safehome, l'impegno di Fifa e OMS

Infantino: calcio sarà piattaforma di sensibilizzazione sul tema

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Nella Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, anche la Fifa, l’Oms, la Commissione Europea e il Gruppo Sport del Parlamento Europeo hanno ribadito quanto sia ancora necessario e, purtroppo, prepotente il ricorso a una campagna come #SafeHome per fermare gli abusi di genere.

In linea con le precedenti iniziative lanciate nei primi mesi del 2020, la nuova campagna #SafeHome è un messaggio congiunto che arriva nel pieno della seconda ondata della pandemia di COVID-19, e che si affianca a numerose iniziative che coinvolgono anche club e i singoli giocatori. Le misure di confinamento in casa, legate all’emergenza scaturita da coronavirus, hanno messo ancora più in pericolo le donne e i bambini vittime di abusi.

La dichiarazione di Infantino sul calcio e la violenza di genere

Importante, su questo tema, la recente pubblicazione dal titolo La strategia dell’UE sui diritti delle vittime (2020-2025) “La violenza non deve trovare posto nella nostra società e il calcio – ha detto Gianni Infantino, Presidente FIFA – così come tutti gli altri sport, non fa eccezione. La FIFA è fortemente impegnata, insieme ad altre organizzazioni internazionali di primaria importanza, nel continuare il lavoro intrapreso per dire basta alla violenza. Il calcio sarà utilizzato come una piattaforma di sensibilizzazione su questo tema e su altre problematiche rilevanti che caratterizzano la società odierna”.

“Il mondo deve essere risoluto negli sforzi volti a mettere fine alle prepotenze su donne e bambini. Prevenire e reagire con fermezza a questa diffusa violazione dei diritti umani dovrebbero essere presupposti fondamentali di ogni piano nazionale in risposta al COVID-19 – ha affermato Tedros Adhanom Ghebreyesus, Direttore Generale OMS -Ciascuno di noi è chiamato a dare sostegno alle vittime di violenze, verificando che queste persone siano al sicuro e ricevano il supporto e i servizi essenziali di cui hanno continuamente bisogno”.

La situazione in Italia

L’associazione ActionAid ha diffuso un monitoraggio sui centri anti violenza e i fondi destinati al settore, per fornire una fotografia della situazione in cui versa il nostro Paese. Durante il lockdown, dopo un iniziale crollo, il numero delle chiamate di aiuto  al 1522 - tra marzo e giugno 2020 – è più che raddoppiato rispetto al 2019, con 15.280 richieste (+119,6%). In Lombardia ad esempio c’è stata una forte riduzione dello staff nei CAV causata dal dimezzamento del numero di volontarie – generalmente di età medio-alta e quindi a rischio contagio – e dalla malattia o quarantena di operatrici. In aggiunta – secondo ActionAid – i Centri sono stati costretti a turni di lavoro estenuanti, come nel caso della provincia di Cremona, che ha esteso la propria reperibilità h24 con risorse umane ridotte del 50%. Per il 2019, il Dipartimento Pari Opportunità ha ripartito tra le Regioni 30 milioni di euro, di cui 20 milioni da destinare al funzionamento ordinario di case rifugio e centri antiviolenza e 10 milioni per il Piano antiviolenza. Tuttavia, stando a quanto risulta a ActionAid, solo cinque Regioni hanno erogato i fondi, e ad oggi nessun Decreto è stato emanato.

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Violenza sulle donne: #Safehome, l'impegno di Fifa e OMS Fonte: ANSA

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