Il 24 settembre 1940 nasceva Arati Saha, autentica icona del nuoto e dello sport asiatica, nonché prima indiana a ricevere nel 1960 il Padma Shri, importante onorificenza civile in India.
L’impresa di Arati Saha
La data che segna l’incredibile e caparbia impresa di Arati è quella del 29 settembre 1959, epica giornata in cui Saha percorse nuotando 42 miglia: da Cape Gris Nez, in Francia, a Sandgate, in Inghilterra. Una traversata complicata, difficile e che le riuscì al secondo tentativo e che rappresenta una vittoria storica per le donne indiane. Arati Saha riuscì nell’impresa al suo secondo tentativo, all’età di soli 19 anni.
Il primo tentativo si rivelò fallimentare, a causa delle condizioni meteorologiche avverse, che imposero all’atleta di rimandare il suo personale appuntamento con la storia da lì a pochi mesi. Una determinazione che ha caricato di valore simbolico questo personale traguardo che, in epoca più recente, è stato raggiunto da altri colleghi e colleghe del mito indiano.
Come è accaduto a Sarah Thomas: per quattro volte, nel 2019, è riuscita a compiere l’attraversamento a nuoto del Canale della Manica ad appena un anno di distanza dalla conclusione del ciclo di terapie a cui si è dovuta sottoporre per superare un tumore al seno.
La celebrazione della nuotatrice Arati Saha
L’arduo percorso è ben raffigurato nel Doodle odierno, realizzato da Lavanya Naidu, artista nativa di Calcutta. Il 24 settembre Arati Saha avrebbe compiuto 80 anni: Google descrive la nuotatrice indiana celebrando la sua straordinaria impresa, densa di significati di rivalsa sociale per le sue coetanee indiane, indicando tre risultati incredibili che la pongono quale assoluta protagonista del nuoto e dello sport.
Arati Saha, infatti, è stata la prima donna asiatica a nuotare nel Canale della Manica; è stata la più giovane atleta nel team olimpico rappresentativo dell’India; è stata la prima donna a ricevere il Padma Shri nel 1960.
Il ritiro dall’attività sportiva
Dopo il ritiro si dedicò al lavoro e alla famiglia (sposò il suo allenatore e preparatore) Morì ancora giovane, a seguito di una encefalite contro cui combatté per 19 giorni, prima di cedere il 23 agosto 1994.
VIRGILIO SPORT