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Volley femminile Marina Lubian: chi è la centrale dell'Italia e di Conegliano che studia da psicologa

Marina Lubian, 23 anni compiuti lo scorso aprile: ci è la centrale di proprietà di Conegliano che ha tutto per diventare un riferimento importante della pallavolo azzurra negli anni a venire

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Roberto Barbacci

Roberto Barbacci

Giornalista

Giornalista (pubblicista) sportivo a tutto campo, è il tuttologo di Virgilio Sport. Provate a chiedergli di boxe, di scherma, di volley o di curling: ve ne farà innamorare

Dell’estate del volley al femminile – prima l’Europeo poi il Preolimpico – non si avrà mai un bel ricordo, pensando alle tante sconfitte incassate nelle gare contro le avversarie più temute (o dove la posta in palio era più alta). Ma Marina Lubian di tutto questo avrà tempo e modo per farsene una ragione: 23 anni compiuti lo scorso aprile, la centrale di proprietà di Conegliano ha tutto per poter diventare un riferimento importante della pallavolo azzurra negli anni a venire.

E magari avrebbe voluto già mettere nella valigia un biglietto, destinazione Parigi, che invece al pari delle compagne dovrà aspettare prima di stampare: ad oggi la qualificazione non è così a rischio come qualcuno vorrebbe far credere (l’Italia ha tutte le carte in regola per accaparrarsi una delle 5 wild card concesse attraverso il ranking FIVB), ma è pur sempre un prurito di cui Marina e le altre atlete nel giro della nazionale avrebbero fatto volentieri a meno, e col quale dovranno convivere per tutta la stagione che è alle porte.

Quella che vedrà l’Imoco difendere lo scudetto conquistato nell’ultima stagione dall’assalto dell’ambiziosa Allianz Milano di Sylla e (soprattutto) Egonu, o magari da Scandicci che avrà un’Antropova più matura e sicura di sé. Ma lei, Marina da Moncalieri, sa bene di partire da una posizione un po’ più privilegiata.

Marina e una famiglia di sportivi

Perché Conegliano rimane la squadra da battere, anche in virtù della crescita esponenziale maturata dalla giocatrice piemontese nel corso della prima stagione vissuta in maglia gialloblù.

Non che fosse difficile intravederne i connotati della fuoriclasse: svezzata dalla cantera del Club Italia, portata in nazionale giovanissima (appena 18enne) da Mazzanti in vista del mondiale 2018, concluso con la finale persa contro la Serbia, Marina sa bene quanto la pallavolo ad alto livello richieda impegno, energie e cura maniacale dei dettagli.

Padre pallanuotista, madre pallavolista

Lei che i primi passi li ha mossi alla Lilliput di Settimo Torinese, che stride un po’ con quel che madre natura ha avuto in serbo per la più piccola di casa Lubian, alta 193 centimetri. Torino però è una città nel destino: suo papà Giampaolo è stato giocatore di pallanuoto, la mamma Cristina a sua volta pallavolista, ma oggi è radiologa all’ospedale Molinette.

E il fratello Mattia è stato nuotatore, seguendo un po’ le orme paterne, prima di abbandonare l’attività agonistica e concentrarsi sul lavoro. Marina però nella pallavolo ha trovato la sua dimensione di atleta, dopo aver frequentato da bambina per alcuni anni il mondo della ginnastica artistica. E la scelta di trasferirsi a Roma, al Club Italia, nel 2016 è stata forse la più difficile e impegnativa di tutta la sua vita.

Un filo tutto azzurro

A convincere la famiglia Lubian che quella fosse la scelta migliore aveva contribuito già la prima medaglia d’oro conquistata dalla giovane Marina con la nazionale Under 18, laureatasi campione del mondo in Perù nel 2015 (c’erano anche Sylla e Orro in squadra).

Titolo che sarebbe stato bissato due anni dopo in Argentina, a riprova di un legame evidentemente fortunato con il Sudamerica. Nel Club Italia la Lubian diventa grande in fretta e quando arriva la chiamata di Scandicci non c’è tempo da perdere.

Il legame con Pietrini e Antropova

In Toscana lega tantissimo con Pietrini e Antropova, che ritroverà anche in azzurro, ma soprattutto si afferma come una delle giocatrici più futuribili del panorama italiano.

Anche se nel 2021 Davide Mazzanti la esclude dal giro della nazionale: a Tokyo porta le centrali di Conegliano, vale a dire Fahr e Folie (oltre a Danesi e al Chirichella nelle vesti di capitano), e per Marina di colpo i sogni di giocarsi un titolo olimpico s’infrangono sul più bello.

Mazzanti prima la esclude poi la chiama

Mazzanti non la convocherà nemmeno per gli Europei in programma subito dopo la deludente spedizione in terra asiatica, preferendole Bonifacio quando c’è da sostituire Folie, con la quale il feeling non sembra funzionare (ma a quanto pare non è l’unica…).

Il ritorno in azzurro è posticipato però solo di un anno: nell’estate del 2022 Lubian prende il posto di Chirichella nello scacchiere titolare e con Danesi forma una delle coppie meglio assortite sia in Nations League, dove arriva l’oro, sia al mondiale, dove resta indigesta la semifinale con il Brasile, con il bronzo conquistato poi contro gli Stati Uniti.

A Conegliano con Santarelli

L’estate 2022 rappresenta il momento della svolta: Marina accetta la corte di Conegliano, dove Daniele Santarelli (tecnico della Turchia) la vuole per compensare la partenza di Folie. E la prima stagione è grandi firme: arrivano i trionfi in Supercoppa, Coppa Italia e anche lo scudetto, vinto al termine di una battaglia contro Milano, destinata a essere riproposta anche nell’annata alle porte.

Ma arriva anche la vittoria nel Mondiale per Club, seppur la delusione per l’uscita ai quarti di Champions contro il Fenerbahce in qualche modo mitiga la gioia di essere salite sul tetto del mondo.

Psicologa e sognatrice

La Lubian però sfrutta appieno la sua prima stagione in Veneto per capire meglio cosa significhi stare al top e competere con le giocatrici più forti al mondo. E seppur l’estate 2023 con la nazionale non s’è rivelata così prodiga di soddisfazioni come era lecito aspettarsi, Marina rimane uno dei punti focali sui quali provare a costruire un futuro migliore.

Se in panca ci sarà ancora Mazzanti o qualcun altro (Velasco?), poco cambia: la centrale del presente e del domani è sicuramente lei, che tra un esame e l’altro di psicologia, facoltà alla quale si è iscritta per cominciare a pensare a quel che fare una volta terminata la carriera, sogna anche di farsi un altro tatuaggio per celebrare un’altra vittoria. Naturalmente a cinque cerchi…

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