E per fortuna che doveva essere l’agnello sacrificale della due giorni di Biella. Dove invece la Lube Civitanova conta di tornare ad alzare un trofeo dopo una stagione intera di digiuno: il 3-0 su Piacenza è un monito per le rivali (Perugia in primis, avversaria in finale alle 17, con diretta su RaiSport HD), perché quando il gioco si fa duro i cucinieri cominciano a giocare.
Avevano balbettato nelle prime giornate di campionato, stavolta però hanno cambiato marcia: lasciata sfogare la Gas Sales Bluenergy nel primo spicchio di partita, una volta che hanno messo il muso avanti non le hanno dato più la possibilità di replicare. Anche perché una serata come quella vissuta da Aleksandar Nikolov non può che pagare dividendi: 17 punti col 93% in attacco (in pratica solo uno dei 15 tentativi non è andato a segno), due ace e un muro, giusto per far capire a tutti chi è che comanda.
E non che i compagni siano voluti essere da meno: 9 punti a testa per Zaytsev (decisamente sul pezzo, pimpante tanto in attacco quando in difesa) e Lagumidzija, che in una serata storta dal punto di vista realizzativo (appena 7 palloni dei 18 attaccati hanno toccato terra) ha saputo comunque farsi notare con l’ace che ha indirizzato il primo set, l’unico davvero equilibrato, spegnendo in quello stesso istante la luce di Piacenza, che ha smarrito la via che conduceva all’interruttore.
- Equilibrio si, ma solo nel primo set
- Piacenza di colpo si spegne
- Civitanova-Perugia, l'ora della rivincita
Equilibrio si, ma solo nel primo set
Anastasi se l’è giocata come da copione calando tutti gli assi, con Brizard a innescare Romanò (altra serata storta: 3 soli punti, 43% in attacco e un cambio inevitabile a fine secondo set), Leal e Lucarelli in banda, Ricci e Simon (l’unico a salvarsi per davvero: 13 punti e tanti cose buone, predicando nel deserto) al centro, più il giovane e promettente Scanferla nel ruolo di libero.
Che pure ha perso senza appello il confronto con Fabio Balaso, il libero titolare della nazionale, che ha saputo mettere ordine in un’orchestra dove Nikolov ha fatto il solista, bel spalleggiato in banda da Zaytsev, con De Cecco al solito illuminante in regia, Lagumidzija nel ruolo di opposto e la coppia di centrali terribili composta da Chinenyeze e Diamantini, quest’ultimo sempre più nel vivo del gioco in attesa che Anzani torni pienamente a disposizione (s’è rivisto a tratti nel corso del match, riassaporando l’odore del parquet).
Gara cominciata nel segno di Simon, bravo a forzare al servizio nel tentativo (solo in parte riuscito) di mettere pressione alla ricezione di Civitanova. Che s’è ritrovata sotto sul 9-6 prima di risalire la corrente grazie ai muri di Diamantini e Nikolov, vitali per ritrovare la parità e consentire a Lagumidzija di spezzare l’equilibrio con l’ace del 21-20 (errore però di Leal, che legge male un pallone destinato a finire fuori). Una free ball convertita da Chinenyeze regala due palle set ai cucinieri, la prima subito a segno con l’invasione di Brizard.
Piacenza di colpo si spegne
Piacenza, che pure fino a quel momento aveva risposto colpo su colpo, di colpo si spegne. Non riesce più a ritrovare il filo del discorso, anzi consegnandosi senza armi ne parte a una Lube che comincia a sciorinare gioco e giocate d’alta scuola.
Nikolov è incontenibile (e lo sarà ancora di più nel terzo set), ma tutta la banda Blengini aumenta i giri del motore: Zaytsev incide tanto in attacco quanto a muro, Balaso in difesa tira su palloni a ripetizione e in un amen la Gas Sales si ritrova quasi in doppia cifra di distanza. Simon è l’unico che prova a tenere su la baracca: Anastasi pesca Recine e Gironi dalla panchina, ma per quanto i due possano sbattersi non c’è molto da fare per ricucire lo strappo, ormai troppo largo.
Civitanova-Perugia, l’ora della rivincita
E nel terzo set il copione rimane abbastanza fedele, sebbene proprio i due titolari saliti in corsa sul carro di Piacenza contribuiscano a tenere in bilico il set almeno fino a metà. Poi Nikolov decide di dare un’altra drenata, manco fosse in salita sul Tourmalet a sgranare il gruppetto dei migliori, e per gli emiliani è notte fonda: finisce 25-18, con Anastasi che si copre il volto per non vedere quel che i suoi occhi hanno veduto e Blengini che mantiene il basso profilo, deciso però a vendere cara la pelle domani contro Perugia in quella che ha tutta l’aria di poter essere l’occasione della rivincita.
Perché Civitanova le semifinali le vince (quasi) sempre, ma le finali, specie di Supercoppa, gli sfuggono con una certa regolarità: le ultime due le ha perse contro la Sir (2020 e 2022), ma dovesse giocare sui livelli mostrati contro Piacenza potrebbe davvero pensare di cambiare il proprio destino. Alla faccia di chi la riteneva la squadra “materasso” (materasso?) della final four.