Nella splendida cornice dell’Arena di Verona, la più bella di tutte aveva il volto di Ekaterina Antropova. Che nel giorno del debutto nella nazionale azzurra s’è presa la scena tutta per sé, come una musa ispiratrice della lirica, immaginando un palcoscenico “prestato” per una notte al volley femminile. La russa di origine islandese, da poco più di una settimana cittadina italiana per “meriti speciali”, ha trascinato le compagne nel comodo debutto contro la Romania (3-0 secco in meno di un’ora e mezzo) e s’è regalata una serata grandi firme mettendo giù 11 palloni, ma soprattutto partendo titolare nel ruolo di opposto, quello che teoricamente spetterebbe di diritto a Paola Egonu.
Che invece ha seguito la gara dalla panchina, entrando sporadicamente sul taraflex e senza nemmeno avere l’opportunità di attaccare un solo pallone. Particolare quest’ultimo che non è certo passato inosservato: Paoletta rimane la giocatrice più nota al grande pubblico, anche perché in passato non ha mai mancato di far parlare di sé. Ma si ritrova ora a fare i conti con un ruolo differente, perché ammirarla in uscita dalla panchina rappresenta davvero una rarità.
- Egonu in panchina, poi il grosso spavento
- Italia-Romania, le dichiarazioni di Mazzanti
- Il piano tattico: più spazio previsto per Egonu
Egonu in panchina, poi il grosso spavento
Egonu, prossima giocatrice di Milano, ha giustamente lasciato spazio alle compagne e a fine gara è rientrata negli spogliatoi pensando già alla prossima partita. Proprio all’interno dello spogliatoio però ha accusato un lieve malore, tanto che per qualche minuto si è pensato anche di portarla in ospedale per ulteriori accertamenti. Alla fine l’allarme è rientrato: Paola ha ripreso immediatamente conoscenza ed è salita sul pullman che ha riportato la squadra in albergo. Di lei si è detto e scritto tanto: ad esempio qualcuno ha avanzato dubbi sulla sua condizione fisica, che non sarebbe propriamente al top poiché non giocava una gara ufficiale da quasi tre mesi, cioè dalla stratosferica prestazione offerta in finale di Champions League (40 punti segnati nel 3-1 del VakifBank contro l’Eczacibasi).
Però anche Antropova era ferma da più di tre mesi, non avendo disputato la Nations League in attesa di ricevere la cittadinanza italiana. Altri hanno affermato in modo un po’ più malizioso che il ritorno in nazionale di Egonu, che a ottobre aveva annunciato di voler lasciare per sempre l’azzurro dopo le critiche ricevute durante il mondiale, sia stato in qualche modo “imposto” dall’alto, con Mazzanti che avrebbe preferito tenerla fuori e affidarsi alla gioventù di Antropova, evitando di dover sentir parlare di schemi tattici per farle giocare entrambe assieme (a quel punto Egonu farebbe l’opposto e Antropova verrebbe dirottata in banda a fare la schiacciatrice). A questa presunta “imposizione” il commissario tecnico avrebbe risposto proprio con la scelta di tener fuori Paola, promuovendo immediatamente Kate nel sestetto di partenza.
Italia-Romania, le dichiarazioni di Mazzanti
Davide Mazzanti non ha fornito troppe spiegazioni sulla scelta di preferire la debuttante Antropova a Egonu. Si è semplicemente limitato a dire di aver concordato il tutto con le dirette interessate. “Con Paola abbiamo parlato a lungo nei giorni scorsi, cercando di capire cosa volesse lei e quale potesse essere il suo ruolo in questa nazionale. Stiamo affrontando un percorso, e in questo momento la strada ci pone di fronte a questa opportunità. Ho tre opposti in squadra, abbiamo tante carte da giocarci durante le partite, pertanto di spazio ce ne sarà per tutte”.
Quando gli è stato chiesto se quella vista all’opera con la Romania fosse però la formazione titolare, la risposta è stata piuttosto chiara: “Per adesso direi di si, perché mi consente anche di mettere più peso nei fondamentali da punto come muro, battuta e attacco, anche se forse in questa prima partita non siamo stati molto efficaci come mi sarei aspettato di vedere. Detto ciò, ho 14 giocatrici che rappresentano tutte un valore aggiunto di una squadra che sa e può cambiare in base alle necessità del momento”.
Il piano tattico: più spazio previsto per Egonu
La verità, come sempre accade, probabilmente sta nel mezzo: la Romania era una squadra abbordabilissima e rappresentava una buona opportunità per vedere all’opera Antropova, che in qualche modo necessitava di rompere il ghiaccio. Non ci sarebbe da stupirsi troppo se già contro la Svizzera il minutaggio di Egonu potesse in qualche modo aumentare, magari ipotizzando anche il doppio cambio proprio con la giocatrice di Scandicci, alternandosi nel ruolo di opposto. Il clamore suscitato dalla decisione di “panchinare” la fuoriclasse di origini nigeriane è figlio della sua storia sportiva e delle tante polemiche del passato, che pure tutti (la FIPAV in testa) vorrebbero tenere fuori dalla porta durante questo Europeo.
Sui social in tanti si sono stracciati le vesti, prendendo di mira Mazzanti per aver messo fuori il migliore opposto al mondo. E lo aspettano al varco, convinti che qualora dovesse arrivare un fallimento il tecnico di Marotta sarà responsabile per aver fatto una scelta che definire anticonvenzionale è poco. A meno che non metterà davvero in pratica la combo, schierandole entrambe nella stessa formazione.