Ha scelto di giocare a tennis, ma forse Elisabetta Cocciaretto in cuor suo sa di essere più una maratoneta, che una tennista. Poco male: a Losanna nell’ultima settimana ha saputo conciliare l’utile al dilettevole, conquistando il primo torneo WTA 250 in carriera dopo essere stata in campo per oltre 13 ore, aver annullato due match point (uno nei quarti alla Naef, uno in semifinale alla Bondar) e soprattutto aver avuto ragione della francese Burel che le ha provate tutte per impedirle di rimuovere lo zero alla voce “titoli in carriera”.
Missione che la Cocciaretto ha portato a termine con grande personalità e forza di volontà, tanto da esclamare a fine partita di aver vissuto “la settimana più pazza della mia vita”. Si, ma anche la più bella: best ranking in saccoccia (sale alla numero 30: sono 12 le posizioni guadagnate rispetto alla settimana scorsa) e un numero indefinito di messaggi di congratulazioni, perché la prima volta, si sa, non si scorda mai.
- Il 2023 da sogno di Elisabetta
- L'ora della svolta è adesso
- La prima finale in un torneo WTA 250 a Hobart
- Più forte della sfortuna
- Il tennis è la sua vita ma c'è anche dell'altro
Il 2023 da sogno di Elisabetta
Non ci fosse stata la trasferta elvetica, magari Elisabetta si sarebbe concessa una bella domenica al mare sulla riviera dorica, potendo scegliere tra le splendide spiagge di Portonovo, Sirolo o delle Due Sorelle.
Ancona è parte integrante della sua esistenza da 22 anni a questa parte, e adesso la omaggia con tutti gli onori del caso: le Marche continuano a sfornare talenti (Camila Giorgi è di Macerata, tanto per dire) riuscendo a tenere botta al movimento azzurro al femminile, lontano dai fasti del decennio passato (gli anni di Schiavone, Vinci, Pennetta, Errani e via dicendo) ma pronto a tornare in auge con una nidiata di giovani ragazze in rapida ascesa.
L’ora della svolta è adesso
E la Cocciaretto del nuovo che avanza è una degnissima rappresentante: a inizio 2023 era numero 65 del ranking, oggi che è tra le prime 30 sente di avere il vento dalla sua.
Anche perché viene da 7 mesi nei quali ha davvero abbattuto ostacoli e barriere che apparivano insormontabili, dimostrando di meritare fiducia e considerazione. Anzi, di più: lasciando intendere che il futuro sarà ancora più roseo del presente.
Elisabetta è figlia della “terra”, quella che al CT di Porto San Giorgio è il pane quotidiano di ogni tennista. Antonio Di Paolo è stato il suo primo insegnante, lo stesso avuto da Gianluca Quinzi quando era bambino.
Va da sé che la Cocciaretto di recente ha ottenuto risultati importanti anche sull’erba, tanto da spingersi fino al terzo turno a Wimbledon, ammettendo che l’esperienza accumulata su una superficie tanto diversa dalle abitudini gli ha fatto bene.
La prima finale in un torneo WTA 250 a Hobart
Sul cemento ancora c’è da lavorare, anche se poi la prima finale in un torneo WTA 250 era arrivata proprio sulla superficie più veloce, a Hobart, a gennaio, battuta dall’americana Lauren Davis.
Un momento che ha segnato una svolta, tanto quanto la rocambolesca vittoria in Billie Jean King Cup contro la Slovacchia, che a primavera ha rappresentato il momento in cui la Cocciaretto ha spiccato definitivamente il volo.
Il successo di Losanna è figlio di una gavetta lunga e di una crescita ponderata, ma inarrestabile al punto da far esclamare al tecnico Fausto Scolari che
nessuno avrebbe mai potuto dubitare che sarebbe potuta andare a finire così. E di margini per migliorare ancora ce ne sono in abbondanza.
Dovrà cercare di sfruttarli senza farsi schiacciare dal peso dell’essere diventata la numero uno del tennis italiano al femminile, responsabilità che pure la marchigiana sente di poter sopportare sule proprie spalle.
Più forte della sfortuna
In fondo con l’abitudine a dover sempre dimostrare qualcosa in più rispetto alle rivali Elisabetta ha cominciato a convivere in fretta. Da ragazzina, vincendo tutti i tornei giovanili, si era creata addosso un hype fuori dal normale, arrivando a toccare la posizione numero 12 nel ranking juniores e sfiorando un titolo agli Australian Open 2018, battuta in semifinale.
Il tutto dopo che nel 2015 un problema alla schiena l’aveva costretta a saltare l’intera stagione, anche se quella fu l’annata in cui conobbe Scolari, destinato a diventare il suo mentore per gli anni a seguire.
I quattro tornei vinti nel circuito ITF tra il novembre 2018 e il novembre 2019 la fanno balzare agli onori della cronaca, così nessuno si sorprende troppo a inizio 2020 quando si qualifica al primo colpo per lo slam di debutto, naturalmente in Australia, dove fa una bella figura al primo turno, battuta dall’ex numero 1 al mondo Angelique Kerber.
Ancora un infortunio, stavolta al ginocchio sinistro, ne rallenta l’ascesa subito dopo la pandemia. Così il 2022 diventa l’anno della ripartenza: altri due titoli ITF, giusto per riprendere l’abitudine con le vittorie, poi a ottobre ecco il primo WTA 125 sul cemento di Tampico, in Messico. Nel 2023 sempre in Messico, stavolta sulla terra rossa, vince un altro WTA 125 a San Luis de Potì, battendo in finale Sara Errani, bussando alle porte della top 50 mondiale dopo che un anno prima era scivolata oltre la 240.
Il tennis è la sua vita ma c’è anche dell’altro
Losanna rappresenta un’altra piccola montagna scalata, ma con lo sguardo sempre rivolto verso l’alto. Perché l’ascesa di Elisabetta è lungi dal poter essere considerata conclusa: il tennis è la sua vita ma nella sua vita ha messo altro, vedi ad esempio gli studi in Giurisprudenza all’Università di Camerino, con il traguardo della laurea sempre più vicino.
Perché un po’ come fa in campo, dove si lascia apprezzare per l’incredibile dinamismo col quale corre da una parte all’altra senza soluzione di sosta (ciò gli ha fatto meritare il soprannome di “trottolino”), anche fuori la Cocciaretto ha imparato a correre con lucidità, brava però a centrare i suoi obiettivi.
Una ragazza di 22 anni come ce ne sono tante, che adora ballare e che si pone obiettivi ambiziosi (la top 10 e una vittoria a Roma, che varrebbe ai suoi occhi forse più di uno slam), ma dando a se stessa il giusto tempo per maturare. Certo sarà un po’ più dura nascondersi dopo l’exploit di Losanna, ma sarà anche più bello dimostrare di averci preso gusto. E l’Italia del tennis, ancora di più.