Prima ha commosso l’Italia essendo una delle prime stelle dello sport a far partire una sottoscrizione per aiutare gli ospedali nella lotta al Coronavirus poi, al pari di tanti colleghi stranieri, ha lasciato il nostro paese per vivere questo momento difficile a livello mondiale nella propria terra. In Svezia il Covid-19 è un nemico meno subdolo che in Italia, ma Zlatan Ibrahimovic non è tranquillo neppure nella sua casa di Stoccolma.
Intervistato dal giornale ‘Svenska Dagbladet’, l’attaccante del Milan non ha nascosto la propria preoccupazione anche pensando all’incertezza sulla ripresa del calcio, in Italia e non solo: “È tragico che i campionati siano sospesi, ma dobbiamo rispettare le leggi ed essere pazienti. I Governi devono trovare una soluzione che faccia bene all’intera comunità. La salute viene prima dello sport”.
“Quando il virus ha iniziato a diffondersi nel calcio, il Milan ha chiuso l’intera struttura di allenamento” ha aggiunto Ibrahimovic, che è tornato in Svezia già a metà marzo.
Prima o poi, però, il pallone tornerà e allora Zlatan deve anche pensare al proprio futuro. Il ritorno in rossonero non è stato finora entusiasmante, né a livello personale, con appena quattro gol realizzati tra campionato e Coppa Italia, né di squadra. La zona Champions è irraggiungibile, arpionare un posto nella prossima Europa League sembra l’unico obiettivo alla portata, attraverso il campionato o la Coppa Italia, dove però il Milan dovrà ribaltare l’1-1 casalingo contro la Juventus nella semifinale di ritorno.
In casa rossonera tiene però banco soprattutto il futuro, societario, della panchina e pure dello stesso Ibrahimovic. Lo svedese, sollecitato a riguardo, non si è sbilanciato, glissando sulle voci che lo vogliono in partenza dal Milan e anzi deciso a lasciare il calcio giocato: “Vediamo. Non so ancora cosa voglio, ogni giorno succede qualcosa di nuovo”.
“Chi avrebbe potuto prevedere questo Coronavirus? – ha concluso Ibra – Dobbiamo solo provare a vivere e goderci la vita, non preoccuparci troppo. Ho una famiglia di cui occuparmi, si sentono bene, quindi anche io mi sento bene”.
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