Quando si conobbero, il primo era un aspirante calciatore che arrotondava facendo il cameriere e il secondo era già il più forte portiere italiano. Marco Tardelli e Dino Zoff poi avrebbero percorso assieme la carriera vincendo tutto con la Juventus e diventando campioni del mondo con la Nazionale italiana ai Mondiali 1982 in Spagna. Intervistato da Virgilio Sport l’ex portiere fa gli auguri all’amico di sempre.
- Tardelli, gli inizi di carriera e il lavoro part-time
- L'ammirazione di Tardelli per Zoff, e viceversa
Tardelli, gli inizi di carriera e il lavoro part-time
Tardelli era agli inizi della sua carriera da giocatore, quella che dalla Toscana lo avrebbe portato sul tetto del mondo, faceva anche il cameriere part-time in un ristorante vicino Piazza dei Miracoli al Ciocco dove in ritiro ci andavano tante squadre, anche il Napoli di Zoff. E al tavolo di Dino servì anche un caffè («Glielo ricordai subito – rivelò Tardelli – Eravamo a tavola. Lui si alzò in piedi e disse: ragazzi, abbiamo appena comprato un cameriere!».
L’ammirazione di Tardelli per Zoff, e viceversa
L’ex centrocampista ha sempre avuto non solo stima ma anche tanta ammirazione per il suo capitano, tant’è che l’immagine che gli è rimasta dentro, di quel Mondiale dell’ ’82, non è il suo celebre urlo, che pure ha fatto la storia: “No, è il bacio che Zoff ha dato a Bearzot alla fine della partita vinta con il Brasile”.
Zoff, Tardelli che diventa settantenne merita gli auguri…
“Ah ah, certamente, gli faccio tantissimi auguri…!!!”
Lei i 70 li ha superati da un po’…
“Sì, Marco è ancora un giovincello!”
Insieme avete vissuto una carriera infinita, trovare un solo ricordo è impossibile
“Ne abbiamo passate tante, ci vorrebbe un libro…”
Un aneddoto su tutti?
“Quando durante il Mondiale la notte veniva a darci fastidio nelle camere, lui era insonne, non riusciva a dormire, e disturbava tutti noialtri. Doveva intervenire Bearzot a venirlo a prendere e portar via”.
Lo chiamavate Coyote per questo?
“Sì, perchè non prendeva mai sonno. Ora a 70 anni caro Marco penso che non verrai più a svegliarci la notte…”
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