Una sconfitta pesante, non per il punteggio quanto per le prospettive di Alexander Zverev. Il numero 3 del mondo vede chiudersi sempre di più la prospettiva di vincere uno Slam col rischio che la sua carriera diventi una grande incompiuta.
Il ko contro Djokovic
Un quarto di finale complicato, sempre quando hai dall’altra parte della rete un fenomeno come Novak Djokovic. Ma se c’era un’opportunità di battere il grande giocatore serbo era proprio nel corso del Roland Garros. La terra rossa è sempre stata la superficie preferita del tedesco, Djokovic a 38 anni arrivava dalla stagione e dal periodo più complicato della sua incredibile carriera: invece dopo la vittoria del primo set sono venuti a galla tutti i problemi di Sascha che ancora una volta sul palcoscenico più importante non è riuscito a tirare fuori la prestazione che gli serviva.
Le opportunità Slam
La finale persa agli Australian Open era stato un momento complicato per Zverev, la sconfitta ai quarti del Roland Garros forse lo è ancora di più per le conseguenze sulla classifica. E dalla Germania arriva un attacco molto duro di Boris Becker: “Sascha deve pensare alle cose che non hanno funzionato in questa stagione sulla terra rossa. Ci sono delle ragioni e penso che sia necessaria un’analisi. Il sogno di vincere uno slam non è tramontato ma a ogni occasione mancata diventa più difficile. I giovani stanno crescendo, il confronto ora non è con la generazione di Djokovic ma con Sinner e Alcaraz che sono 5-6 anni più giovani di lui. E anche la prossima generazione è in arrivo con Fils e Fonseca. Contro superstar come Sinner e Alcaraz, devi vincerti i punti. Non ti faranno regali e rischi di innervosirti”.
La rivoluzione nel team
Da tempo si parla di possibili cambiamenti nel team di Zverev ma Becker ai microfoni di Eursport Germania chiede cambiamenti più drastici: “In passato ha avuto Lendl, Ferrero, Ferrer e Bruguera come allenatori. Non c’è niente di meglio in giro ma erano tutti coinvolti insieme al padre e al fratello. E penso che nessuno rischia a fiorire in quel sistema. Suo padre e suo fratello hanno fatto un lavoro eccellente ma non abbastanza per compiere l’ultimo passo. In passato abbiamo visto scelte simili, di atleti che hanno chiuso rapporti molto lunghi come ha fatto Nadal e come ha fatto Sinner con Cahill. E’ lui che deve prendere le decisioni sul suo team”.