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Adani: il retroscena su De Ketelaere e il Milan poi la "minaccia" a Inzaghi

La lotta scudetto ha un solo e unico favorito: l'Inter. Nel Milan di oggi c'è ancora spazio per gli errori del passato come sottolinea Adani

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Alessio Raicaldo

Alessio Raicaldo

Sport Specialist

Un figlio che si chiama Diego e la tesi di laurea sugli stadi di proprietà in Italia. Il calcio quale filo conduttore irrinunciabile tra passione e professione. Per Virgilio Sport indaga, approfondisce e scandaglia l'universo mondo dello sport per antonomasia

E facciamo calcio. Daniele Adani, un tempo difensore arcigno e oggi profeta del bel gioco, ha detto la sua sul Milan nel corso del consueto programma “Viva El Football” che conduce in compagnia dei fidi Nicola Ventola e Antonio Cassano. Dalla frettolosa bocciatura a De Ketelaere, rigenerato dalla cura Gasp, alla punzecchiatura nei confronti di Simone Inzaghi di fatto obbligato a vincere data la rosa a disposizione. Come sempre, giudizi netti. Senza prigionieri.

De Ketelaere, l’importanza del lavoro e le idee di Maldini

Negli ultimi anni al Milan c’è stata un po’ di confusione societaria. Nel rimpasto collettivo anche qualche talento è andato perduto. Un esempio è Charles De Ketelaere, oggetto misterioso in rossonero e talento cristallino all’Atalanta sotto la guida esperta di Gian Piero Gasperini. Lele Adani fa un tuffo nel passato ricordando come Paolo Maldini avesse idee ben precise in proposito: “Poteva prendere Dybala ma scelse De Ketelaere perché il progetto era su di lui. Andava protetto, quello che voleva fare Maldini. Poi ovvio che c’è il lavoro“.

La crescita dell’Atalanta che fu una provinciale

Già, il lavoro. Quello che a Stefano Pioli non è riuscito sul belga e che invece ha premiato i meriti dell’Atalanta. Adesso per chi vuole De Ketelaere la strada è in salita: “Occhio che quando passano da Bergamo comanda l’Atalanta – sentenzia Adani -. C’è da trattare. Non è più la provinciale, ha tracciato una strada che andrebbe copiata. Le cose vanno viste e capite prima. Sostenute“. Insomma, dagli errori si può imparare anche se la macchina del tempo non esiste e nel frattempo il Diavolo ha dovuto prendere altre strade.

La pressione scudetto è tutta su Inzaghi

Da una sponda di Milano all’altra dove quanto a pressioni non si scherza. L’Inter è chiamata a vincere, almeno in Italia. Così si è espresso sull’argomento Adani al termine della partita di Champions League con il Lipsia: “L’Inter dipende da se stessa. Il campionato, se lo vince un’altra squadra le darò i meriti, ma darò la colpa all’Inter. Daremo i meriti a Conte, a Gasperini o a Motta ma per me nascerà da mancanze dell’Inter, acquisite negli anni e con merito“. Un bel carico su Simone Inzaghi.

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