Rappresentanze di Lazio, Roma e Fiorentina all’ultimo saluto al giocatore della Primavera della Lazio Daniel Guerini, morto in un incidente d’auto la sera del 24 marzo. Il presidente del Torino, Urbano Cairo, era con il figlio Federico, amico del giocatore scomparso. Oltre a questi, una folla di circa 3000 persone si è radunata nel piazzale davanti la chiesa di San Giovanni Bosco, nel cuore di Cinecittà, a Roma, per dare l’ultimo saluto ad un ragazzo scomparso troppo presto.
Proprio il Presidente Granata ha raccontato le emozioni e la tristezza della giornata sulla pagine della Gazzetta dello Sport, nel quale sottolinea anche la bella accoglienza dei tifosi biancocelesti:
“La commozione, il dolore, la partecipazione, la solidarietà, i sentimenti e il rispetto ci hanno unito tutti in chiesa, al di là dei colori e delle rivalità sportive che non hanno senso davanti alla perdita di un ragazzo. Ci sono stati aspetti toccanti nella giornata tristissima dell’ultimo saluto a Daniel Guerini. Che non dimenticherò e porterò sempre con me[…] Il ricordo di un ragazzo d’oro. E tanti valori. La tragica scomparsa di Daniel mi ha portato a stretto contatto con la sua famiglia, la mamma, il papà, lo zio, inevitabilmente straziati dal dolore, ho vissuto sulla mia pelle la loro disperazione. Ma ho apprezzato anche moltissimo tutto l’ambiente laziale. Che si è dimostrato appassionato e sensibile. Sono stato accolto benissimo, mi hanno fatto sentire a casa. Non era scontato che avvenisse e quindi mi piace sottolinearlo. Questi tifosi, con in testa i gruppi ultras, mi hanno testimoniato rispetto e apprezzamento per la nostra partecipazione. Mi sono immerso in un ambiente ricco di umanità”.
In questa occasione, quindi, Lazio e Torino si sono trovate unite sotto una sola bandiera, quella del dolore. Inoltre, queste occasioni sono un modo per rinsaldare i rapporti reciproci in una luce diversa, meno di odio e più di fratellanza e serenità, cose che dovrebbero essere predominanti nel calcio:
“Sì ed è stato toccante e coinvolgente. Nonostante i due club proprio in questi giorni siano divisi da una querelle sportiva, è accaduto ed è stata una cosa che mi ha colpito moltissimo. Anche di questo dobbiamo ringraziare Daniel […] Io sono arrivato in chiesa in anticipo, intorno alle 11.40. Quando Lotito ha saputo della mia presenza è venuto a cercarmi, mi ha salutato con calore e ci siamo abbracciati”.
In ultimo, Cairo ricorda come non ci siano parole per consolare i genitore di questo povero ragazzo:
“A quello ha pensato l’omelia di don Salvatore: ricca di significati, stupenda. Ascoltando questo sacerdote era come se Daniel fosse vivo, in mezzo a noi. Che eravamo tutti commossi. Io ero accompagnato da mio figlio Federico che è stato un amico di Daniel. Si sono allenati insieme, mi diceva sempre che era immarcabile, me ne parlava in modo entusiasta. Resterà sempre nei nostri pensieri. Non lo dimenticheremo”.