Abbiamo imparato a conoscere la Sla, abbiamo imparato ad associarla al calcio, ai nomi di giocatori troppo giovani e gli interrogativi scaturiti si sono moltiplicati in numero esponenziale per capire che cosa e perché, statisticamente, sia così alta la frequenza tra i calciatori, gli sportivi. L’ultimo ad andarsene, a causa di questa tremenda malattia, è stato Roberto Labadini, ex Prato e Chievo.
Prima di Bologna-Chievo, con un minuto di silenzio si è ricordato questo giocatore che negli anni Novanta ha animato il centrocampo del Chievo e, prima ancora, del Prato che lasciò per Verona a 26 anni. Labadini, nato il 9 luglio 1964, è l’ennesima vittima della Sla, la sclerosi laterale amiotrofica che ha colpito e ucciso tanti calciatori: ormai, in Italia, siamo oltre quota quaranta.
Ma Roberto aveva vissuto la malattia nella discrezione, per scelta. Da quanto si legge, la malattia è stata velocissimaanche perché l’ex calciatore aveva rifiutato la tracheotomia
“Il Presidente Luca Campedelli, a nome di tutta l’A.C.ChievoVerona apprende con dolore – si legge nella nota ufficiale della società – la tragica notizia della scomparsa di Roberto Labadini, centrocampista che ha vestito la maglia del ChievoVerona nelle stagioni 1990/1991 e 1991/1992, ed esprime le più profonde condoglianze ai suoi familiari”.
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