Le parole migliori, quelle giuste e aderenti ai fatti con la massima lucidità, le avrebbe sapute individuare e scegliere solo lui. Era un abile tessitore, capace di una narrazione esemplare e dotato di una capacità di lettura e visione rarissime che gli consentivano di restituire dei ritratti inediti, irripetibili: che si trattasse di uomini, sportivi, calciatori (il calcio e il Genoa erano passioni viscerali al pari del giornalismo d’inchiesta).
Gianluca Ferraris dimostrava qualità rare nel raccontare. Sapeva essere l’opposto del cinismo che si incontra ancora troppo spesso nelle redazioni; abbondava di entusiasmo e naturalezza, tratti che lo rendevano altrettanto inimitabile. Unico.
- Gianluca Ferraris e il calcioscommesse: il successo di "Pallone criminale"
- I romanzi di Gianluca Ferraris
- Il ricordo di Paolo Roversi, scrittore e amico
Gianluca Ferraris e il calcioscommesse: il successo di “Pallone criminale”
Aveva solo 45 anni e l’annuncio della sua scomparsa ha scosso chiunque lo avesse incontrato, avesse lavorato con lui e avesse goduto – anche solo da lettore – del suo talento. Dopo la laurea in Scienze Politiche nel 2002, da Genova si era trasferito a Milano e aveva seguito un percorso professionale iniziato e proseguito a lungo in Mondadori. Gianluca Ferraris aveva scritto per Panorama, Chi, Economy, dopo un’esperienza televisiva, a Mediaset con “Quarto Grado”, per approdare, infine, a Donna Moderna e fare poi una scelta di grande coerenza quando la testata fu ceduta.
E di gratitudine per quel periodo di imprevedibile serenità professionale e realizzazione, visto quanto riuscì a fare sotto la direzione di Annalisa Monfreda.
Innamorato del pallone, dicevamo. E d’altronde, la sua produzione da giornalista d’inchiesta e i suoi saggi ne testimoniano l’eccezionalità: il celebre “Pallone Criminale” (Ponte alle Grazie, 2012) con il collega Simone Di Meo, dà reale e concreta certezza della sua cifra stilistica e della sua capacità analitica, tanto da ricevere nel 2014 la menzione speciale della giuria del premio letterario «Antonio Ghirelli» della Federcalcio.
La passione per la scrittura lo aveva indotto a studiare e a creare personaggi che delineava, succhiando dalla realtà i tratti di umanità che ritroviamo nei suoi personaggi calati in situazioni e circostanze, in grado di tradurre la complessità dei protagonisti. E quanto siano i contesti, le vicende a condizionare e a lasciare emergere le debolezze, quanto siano in chiaroscuro le vite degli altri.
I romanzi di Gianluca Ferraris
Dal 2014 si era dedicato prevalentemente a noir e gialli con la trilogia di Gabriele Sarfatti, un giornalista di nera obeso e tormentato da interrogativi, circondato da personaggi di varia e strana umanità: A Milano nessuno è innocente; Piombo su Milano, semifinalista al Premio Scerbanenco 2016; Shaboo, semifinalista al Premio Nebbia Gialla 2018.
Affascinante anche la produzione in qualità di podcast di true crime per la piattaforma Storytel, tra cui Mostri e Ludwig. Il suo ultimo romanzo, Perdenti, pubblicato da Piemme lo scorso anno, inaugurava un nuovo ciclo, con protagonista l’avvocato Lorenzo Ligas. Il primo di una lunga serie di progetti che, incessanti, continuava a pianificare e a organizzare con la puntualità, la preparazione e la consueta passione.
Il ricordo di Paolo Roversi, scrittore e amico
Stamattina, invece che annunciare il suo nuovo romanzo, l’ennesimo geniale personaggio che Gianluca aveva cresciuto tra le mura della sua casa milanese, lo scrittore Paolo Roversi ha dato la notizia della sua scomparsa:
“Oggi è davvero un giorno triste perché è mancato un caro amico, grande scrittore ed eccellente giornalista. Ciao Gianluca Ferraris ci mancherai moltissimo. RIP”.
Ed è così: sarà una mancanza ancora da interiorizzare, ma che modificherà chiunque abbia incrociato te e le storie che solo tu avevi la delicatezza e lo spessore per poter raccontare dalla giusta distanza.
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