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Scherma, il fair play della Adosini premiato dall'ex Ministro dello Sport francese

La giovane spadaccina di Bergamo 'sceglie' di rigiocare l'ultimo minuto di un assalto vinto, ma perde.

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Nello sport si può vincere anche senza alzare i trofei, e che lo insegni la scherma, disciplina da sempre associata a termini quali ‘eleganza’ e ‘nobiltà’, è cosa ancora più naturale: è questa una delle verità più preziose che lascia in eredità il gesto di Mariaclotilde Adosini, spadaccina 17enne impegnata domenica a Beauvais nella prova di Coppa del Mondo Under 20.

Adosini, l’assalto incriminato

Per la prima volta Mariaclotilde Adosini, atleta della Polisportiva Scherma di Bergamo e studentessa al liceo scientifico di Presezzo, era impegnata in una gara internazionale: dopo aver concluso il girone eliminatorio con cinque vittorie e una sconfitta e superato così il primo turno, l’italiana (12^ nel tabellone ad eliminazione diretta) incrocia la transalpina Juliette Baudinot e ne viene fuori una gara combattuta, che Mariaclotilde vince di una sola stoccata.

C’è un però: sul 13-11 per la francese il direttore di gara assegna due stoccate in un sol colpo a Mariaclotilde e così il tabellone luminoso indica la parità: il video comprova l’errore arbitrale, ma il regolamento esclude che si torni in pedana; l’arbitro chiede però a Mariaclotilde se vuole ricominciare dall’ultimo minuto.

Adosini, la decisione più difficile

E’ un fatto eccezionale, la spadaccina azzurra accetta e viene sconfitta in pedana, finendo la gara al 37o posto, ma tra gli applausi del palazzetto e della campionessa francese Laura Flessel, che dopo aver vinto otto ori iridati e olimpici, è stata Ministro dello Sport di Francia. Non è stato un gesto in funzione di un titolone alla Elisa Di Francisca o Arianna Errigo: La notizia mi ha colto di sorpresa, per un attimo tanti pensieri hanno affollato la testa: ma per me contava solo era scegliere l’azione moralmente più giusta”.

“Nonostante fosse facile accettare la vittoria proclamata, ho sentito che tornare in pedana sarebbe stato più corretto nei confronti dell’avversaria, nel rispetto del nostro sport” spiega con pacatezza “Ho perso, ma lo rifarei perché la natura di questa scelta è dovuta agli insegnamenti ricevuti dalla mia famiglia e dal mio maestro Francesco Calabrese. Non avrei potuto continuare a tirare, non sarei stata in pace con me stessa: l’arbitro era dispiaciuto, tutti possiamo sbagliare, il risultato non conta”.

Adosini, le parole del maestro Calabrese

Nella scherma, che rappresenta un forziere dello sport azzurro (sono ben 130 le medaglie vinte ai Giochi Olimpici, 49 d’oro) e un trampolino di lancio verso altre ‘carriere’ (ne sono un esempio Valentina Vezzali e Diana Bianchedi) la figura del ‘maestro’ è fondamentale, tant’è vero che il bilancio zoppicante di Tokyo 2020 è in parte condizionato da polemiche in merito.

Francesco Calabrese conosce Mariaclotilde da dieci anni, quando la bimba cominciò a tirare nella palestra di Codognola e non è sorpreso dal comportamento dell’orobica: “Sapevo che un’atleta come lei, riservata, timida e umile avrebbe fatto la cosa migliore, anche se era passata un’ora dall’errore arbitrale e nel nostro sport le contestazioni devono avvenire in tempo reale. Mai successa una cosa così, è come se un arbitro avesse richiamato le squadre dagli spogliatoi per rigiocare una partita vinta con un gol di mano”.

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